25 anni dopo tornano i Quintorigo: live all'Urban Club di Perugia (3/1/25)

Il 3 gennaio scorso, l’Urban Club di Perugia ha ospitato un evento che i fan dei Quintorigo aspettavano da tempo. Un live che fa parte del tour "Voglio tornare rospo" che celebra i 25 anni dagli album Grigio e Rospo, che ha visto la band dei fratelli Andrea e Gionata Costa, di Valentino Bianchi, Stefano Ricci salutare con gli occhi lucidi il primo frontman della band: John De Leo. 

Le strade di De Leo con i grigio-rospi si divisero dopo il disco 'In cattività' del 2003 che aveva segnato la piena maturità dell'anomala band funk-rock, pop, sperimentale e jazz, formata da voce, violino, violoncello, contrabbasso e sassofono. I sold out ad ogni data significa che i fan della prima ora attendevano questo ritorno da tanto, forse troppo tempo. Per i 'puritani', i Quintorigo sono 'quelli con De Leo'. E non è una colpa, nonostante i Costa, Bianchi e Ricci siano musicisti di straordinaria versatilità e doti musicali estemporanee di larghe vedute. 


Ma è inevitabile che, quando John De Leo, con il suo inconfondibile timbro vocale, arriva davanti ai suoi tre microfoni (più un loop station che serve solo per riprodurre i rumori di sottofondo) accade lo stravolgimento delle emozioni. E noi lo diciamo esattamente da 20 o più anni: John De Leo ad oggi resta ed è il miglior interprete e la migliore voce che abbiamo in Italia. 'Rospo' e 'Bentivoglio Angelina' sono 'quelle belle', o meglio le canzoni note al grande pubblico in quanto portate sul palco di due Festival di Sanremo, rispettivamente nel 1999 e nel 2001, premiati dalla Critica e dalla giuria di qualità. 

Ma da 'Momento morto' a 'Nero Vivo', passando per 'Grigio' e 'La nonna di Fredrick lo portava al mare', i Quintorigo sono riusciti a imprimere live quanto fatto su disco, come poche altre band e altri artisti in Italia e non solo. Senza musiche artefatte, senza orpelli. Canzoni nude e crude con momenti eccentrici ed esilaranti come le cover di 'Highway Star' dei Deep Purple, di 'Heroes' di David Bowie - resa ancora più sospesa e intensa - e di 'Fever' di Elvis Presley, con tanto di mosse di De Leo in stile "Elvis, the pelvis, in the Memphis" che in un attimo si trasforma in Bob Marley attirando gli applausi dell'Urban davanti ad una platea accorsa da viarie parti d'Italia. 


Un tour che, dalle parole di Valentino Bianchi, avrà un futuro inevitabilmente. Che i Quintorigo tornassero insieme a De Leo, era nell'aria, per la verità da anni. Principalmente dal disco solista 'Il Grande Abarasse' del 2014 che ha lo stile di copertina di 'In cattività' oltre che un analogo concept, ovvero canzoni per... condominio. Una sorte di collante, o forse il bisogno di tornare alle origini dopo aver sperimentato tutto, dal jazz alle grandi orchestre, dai teatri alle collaborazioni più vaste, per De Leo, compresa quella con Caparezza. Insomma, benvenuti Quintorigo, vi aspettiamo anche per tutto il 2025. Chissà, magari dai Club si passerà ai teatri. Intanto ci godiamo la ristampa in Vinile dei due album. 

Commenti

Translate