"Adorazione", la recensione della serie tv Netflix
Dal 20 novembre su Netflix, "Adorazione", serie tv in sei episodi diretta da Stefano Mordini, si impone come un’intensa immersione nel complesso universo giovanile e nelle sue ombre più oscure. Mordini, che aveva già esplorato con acutezza e profondità l'adolescenza nel controverso "La Scuola Cattolica", prosegue la sua indagine in un sottobosco che spesso sfugge persino agli adulti più attenti: il mondo segreto dei social, delle chat private e degli incontri clandestini notturni.
Al centro della narrazione troviamo un evento drammatico che sconvolge una comunità: la scomparsa di Elena, migliore amica di Vanessa. Questo punto di rottura non solo porta alla luce segreti inconfessabili tra i giovani protagonisti, ma obbliga i loro genitori a confrontarsi con una realtà spesso ignorata. Il regista dimostra intelligenza, evitando facili moralismi: i genitori non sono tutti ignari o inadeguati, i ragazzi invece, fanno tutti stupidaggini. La serie restituisce così un ritratto sfaccettato, che esplora con autenticità il difficile rapporto tra le generazioni.
Il cast è uno dei punti di forza della serie: giovani talenti come Alice Lupparelli, Beatrice Puccilli, Penelope Raggi e Federico Russo (ex Cesaroni) offrono interpretazioni vibranti e credibili, calandosi in ruoli che riflettono fedelmente il disagio e la complessità della Generazione Alpha. Accanto a loro, attori più esperti interpretano genitori alle prese con rivelazioni destabilizzanti, e spicca in particolare la cantante Noemi, sorprendente in un’inedita veste recitativa. I suoi primi piani glaciali rimangono impressi, incarnando perfettamente il tema della “scoperta” che attraversa tutta la serie. La particolarità, per l'appunto, sono i primissimi piani, quasi a distorcere i volti, che conferiscono allo spettatore forte inquietudine.
A incorniciare il tutto una colonna sonora contemporanea e incisiva, che miscela rap e trap con brani interpretati da Madame sino a Fabri Fibra (autore della title track che dà il nome alla serie) e altri giovanissimi artisti di spicco. La musica non è solo un accompagnamento, ma un vero e proprio veicolo narrativo che amplifica il senso di urgenza e realismo della storia.
"Adorazione" non si limita a intrattenere: è un crime intenso che mescola atmosfere da serialità Oltreoceano. I riferimenti ai tragici casi di cronaca – come quelli di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano – rendono la serie ancora più tagliente e attuale, facendo emergere quanto di “reale” ci sia dietro una narrazione che punta al cuore delle dinamiche generazionali. Con "Adorazione" Mordini firma un’opera intelligente, potente e disturbante, che ci costringe a guardare in faccia le generazioni di oggi e di domani, ricordandoci che, spesso, sono proprio le cose che preferiremmo ignorare a definire chi siamo, nel solco dei nostri valori perduti.
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