La Primavera della mia vita, la recensione del film con Colapesce e Dimartino per la regia di Zavvo Nicolosi
"- Quando nel ristorante c'è il pianista, il pesce è congelato"
"- Ricorda che la vita è fatta di Gesù, tasse, rapporti sessuali deludenti e poi muori"
"- Io Vecchioni complottista non me l'accollo proprio"
Lorenzo e Antonio sono un ex duo musicale di successo che hanno litigato tre anni prima e da allora non si sono più rivisti. I due ex amici non tornano insieme per una reunion artistica come si potrebbe immaginare, ma per un viaggio on the road per scrivere un libro sulla Sicilia più magica a caccia di miti e leggende.
La stravagante proposta viene da Antonio, diventato parte dei Semiti, una comunità spirituale che si nutre appunto di semi e che ha commissionato l’opera ad Antonio - Lorenzo accetta unicamente per motivi economici, ben 90 mila euro o 90 K come direbbe la manager di Lorenzo /Stefania Rocca, interessata più alla pesca che ad altro, oltre ovviamente ai soldi.
I nostri si mettono così in viaggio per raggiungere le varie tappe da visitare in un clima assolutamente surreale, incontrando personaggi picareschi (tanti i cammei d’autore, tra cui Madame, Brunori, Vecchioni) ricostruendo come era prevedibile la loro amicizia, via via verso un finale che più sorprendente non si può.
Tra qualche buco narrativo e qualche sequenza di puro contorno, una recitazione alla Ficarra e Picone esasperata dei due protagonisti, i nostri insieme alla regia di Zavvo Nicolosi e a una ottima colonna sonora: https://amzn.to/3IZn8LT confezionano un film delizioso, divertente e geniale per più di un verso, un vero e proprio Instant Stracult che fa persino anche riflettere.
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