“Lo specchio” ritrova il pop rock ballabile, “tutti in fila anche te a pagare il prezzo del pregiudizio” per chi punta il dito e “fa la morale” a chi “con le ali ha saputo volare”. E “Controcorrente” è la natura continuazione, testualmente, del precedente. Sono step della vita che, qui, il cantautore vuole rappresentare con un pianoforte protagonista, spingendo la voce solo nel ritornello.
Dantesca è “Folle volo” e “andiamo a fondo adesso”, ancora una volta un brano dedicato a chi osa, a chi va oltre, come fece Ulisse nell’Inferno della Divina Commedia. “Uomini liberi” canta Fogliati in un’altra ballad su cui adagia persino gli archi. “Prossima uscita”: per ogni “folle volo” c’è sempre un “exit” che lampeggia verde, anche nei momenti più difficili, negli abbandoni e nelle “uscite di scena”. Le chitarre morbide e il piano accompagnano l'enfatica voce. Sul finale anche un timido assolo.
Il rumore del mare apre “Ad un passo da te” con il piano ancora una volta ispirato. Fogliati è più melodrammatico, così come il brano, “in bilico” e “instabile” tenendo le note alla Francesco Renga. La canzone che chiude il disco è, semplicemente, “Musica”, una dedica esplicita che Luca fa a Don Luigi Venesia che fu parroco di Calliano d’Asti, figura che lo ha ispirato. La parte più rockeggiante entra in scena dopo, imprimendo i tanti ricordi di quando da ragazzi si giocava in Oratorio, i primi contatti che i bambini hanno con gli altri coetanei, piccoli grandi momenti di felicità.
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