“- Io ultimamente invece le uniche letture che posso leggere so gli annunci de lavoro”
“- Devi togliere i palloncini che sono fuori - Ci ho messo mezz’ora per metterli - Ma se Viola quando torna li vede non è più una festa a sorpresa”
“- Oggi al lavoro mi hanno detto che assomiglio a coso ad Antonio Banderas quello delle galline, chi se lo immaginava”
“- Lo sai che ti ho preso pure gli avanzi del ristorante, li stavano dando al cane… gli ho detto al cane? Io c’ho un figlio”
I Fratelli D'Innocenzo con Favolacce, ritraggono la profonda mancanza di educazione da parte delle istituzioni o meglio la loro assenza nei momenti cruciali, dove bambini educano altri bambini, adulti insoddisfatti che si comportano come bambini e bambini che giocano a fare gli adulti e tutti che giocano a nascondere la realtà agli occhi dell'altro, per indorare la pillola in qualche modo, accentuando il rifiuto dalla realtà. Un grido muto d’allarme, di frustrazione, che passa inosservato nella società odierna perché ci siamo ormai abituati all’orrore che può scaturire da determinate situazioni, la tragedia è imminente ma fa quasi sorridere come nello splendido finale. Tutto il film è permeato da un uso sapiente della macchina da presa , ora letteralmente su i personaggi (cast straordinario e perfettamente nella parte, dai piccoli protagonisti al solito grande Elio Germano) ora distante come rafferma, ora che volutamente si rifiuta di guardare. Un film perfetto a maggior ragione in questi giorni drammatici che tutto il mondo sta vivendo, Lo spunto narrativo è dato da un diario ritrovato che viene reso da una voce off che avverte sin da subito che è stato lui a riempire i buchi narrativi di quelle pagine scritte in verde, di quelle storie ”interrotte”, la protagonista è una ragazzina non ancora adolescente. Il film narra l’assenza e nello stesso tempo l’essenza, restituendone i sapori, le suggestioni, le emozioni di un piccolo microcosmo nella campagna romana, seguendo le vicende di tre famiglie e dei personaggi che si muovono attorno a loro, in un’apparente normalità che crolla per “l’impossibilità di crescere” da parte di tutti. E’ questo il fulcro del film, “il suo messaggio o morale di sorta” che come ogni "favolaccia che si rispetti" deve necessariamente avere. Da vedere.
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