City on a Hill (Showtime/Sky Atlantic)
“Hai ragione sai? Solo i cattivi capiscono!”
La Showtime ci ha ormai abituati a serie tv di qualità elevata ed è per questo motivo che iniziamo a seguire “City on a Hill” con molte aspettative visto, tra l'altro, che la serie ha dei nomi di tutto rispetto dietro e davanti le telecamere: creata da Charlie McLean e basata su un'idea originale di Ben Affleck, la serie vede come protagonisti Kevin Bacon e Aldis Hodge. Rinnovata già per una seconda stagione, la serie ci porta in quel di Boston nei primi anni '90, una città in stato di degrado, con la criminalità che incombe su una forte corruzione all'interno delle stesse forze dell'ordine, tutto era allo sbando. Un giorno però qualcosa cambia dopo che l'opinione pubblica viene scossa da un errore fin troppo evidente della polizia locale che imbarazza molti e che quindi porta necessariamente a chiamare rinforzi.
Da qui quindi cambieranno molte cose con l'arrivo in città del procuratore distrettuale Decourcy Ward (Aldis Hodge), che entra fin da subito in contatto con l'agente dell'FBI Jackie Rohr (Kevin Bacon), tanto venerato dai colleghi quanto immerso profondamente nel mondo della corruzione. La loro lotta al crimine parte da una famiglia di ladri di auto, la famiglia Ryan: Frankie (Jonathan Tucker), Jimmy (Mark O'Brien) e Cathy (Amanda Clayton). Sarà da questo caso, che crescerà e si intreccerà con le loro stesse vite, che partirà tutto, fino ad arrivare a rovesciare completamente il sistema giudiziario penale di Boston. Dieci gli episodi totali di una prima interessante stagione che porta davanti allo spettatore una storia sicuramente un po' “difficile”, perché è tortuoso comprendere dove la serie vuole andare a parare.
I due protagonisti non potrebbero essere più diversi: Ward è integerrimo, moralmente perfetto ed incorruttibile, Rohr è praticamente l'opposto, è un razzista, un venduto e tradisce ripetutamente la moglie Jenny (Jill Hennessy). La serie qui e là risulta però un po' banale, con l'introduzione, ad esempio, di un terzo alleato al duo, Rachel Behnam (Sarah Shahi), che è un mix tra i due, una sorta di improbabile anello di congiunzione. Ma non è l'unico problema di “City on a Hill”. La serie infatti presenta dei personaggi che, se da un lato risultano ben caratterizzati, di contro sono molto stereotipati, facendo apparire quasi le stesse interpretazioni degli attori artefatte, ma conosciamo la qualità del cast, quindi il problema è sicuramente della sceneggiatura e della regia e non di certo degli attori.
La serie nonostante la sua trama contorta ed alcuni errori nella creazione dei personaggi, risulta avere una forza narrativa di tutto rispetto, grazie soprattutto a Hodge e Bacon che fanno tutto il lavoro, con questo gioco di contrasti che li pone sempre al centro di una trama che però a tratti scema e crolla in qualche banalità di troppo ed in qualche “già visto”. La serie ha comunque una forte identità e spinge il telespettatore a continuarne la visione e questo è sicuramente fondamentale. In Italia “City on a Hill” è arrivata da due settimane su Sky Atlantic.
Commenti
Posta un commento