Sei diventata nota facendo affiorare la melodia di certi pezzi trap, operazione che persino Dolcenera ha in qualche modo "copiato", pur puntando sull’ironia. Come ti è venuta l’idea e cosa pensi in generale di questo genere di musica?
C'è stato un periodo in cui ascoltavo la trap non ironicamente ahahah, e come succede un po' per tutte le cover che faccio, alcune canzoni di questo genere mi hanno ispirato e alla fine le ho pubblicate. Non mi aspettavo un così grande riscontro sinceramente, l'unica cosa che mi ha spinto a farlo è stata la voglia di arrangiare quei pezzi con la chitarra acustica, giusto per vedere come suonavano, e devo dire che non mi sono dispiaciuti.
Nei tuoi pezzi inediti troviamo invece un Asia Ghergo decisamente indie o itpop che dir si voglia… è questo il genere musicale su cui vuoi puntare?
Io non vorrei puntare a nessun genere. Non parto con l'idea "ok, voglio che questa canzone abbia questo ritornello alla Thegiornalisti" oppure "serve un beat alla Gazzelle", sono artisti che amo molto ma sento il bisogno di trovare un sound che sia mio, nuovo, magari con qualche influenze dell'indie americano. Vorrei portare qualcosa di mai sentito nelle mie prossime canzoni.
Parliamo un pò dei brani finora pubblicati:
In “Una gonna” ci ha colpito molto questa frase: “Odio tagliarmi i capelli perché non posso più scegliere se tornare indietro, voglio tornare indietro.. non hai più cinque anni mi dicono"…
Questa frase è un po' una metafora che spiega il mio essere perennemente indecisa di fronte alle situazioni, cosa che considero un po' un mio difetto. A volte vorrei possedere una sfera di cristallo per vedere il futuro o avere il potere di tornare indietro nel tempo, tutto questo per evitare di commettere errori che alla fine faccio lo stesso ahahaha. In fondo, crescendo, ho capito che sbagliando si impara e che non potrò più essere una bambina per sempre; arriverà il momento di dover prendere da sola le mie decisioni e assumermi le mie responsabilità, è questa la "paura" di cui parlo nella canzone.
In “Giovani fluo”… viene in mente l’esordio letterario di Isabella Santacroce (Fluo storie di giovani a Riccione), è una citazione o più semplicemente volevi descrivere così la tua generazione?
In realtà mi sono ispirata a Fluorescent Adolescent degli Arctic Monkeys, uno dei miei pezzi preferiti in assoluto. Lo ascoltavo ogni giorno quando avevo 15/16 anni, era la colonna sonora delle serate con i miei amici, per questo ho deciso di scriverci una canzone. Giovani fluo è uno specchio della mia generazione visto attraverso i miei occhi. "Vogliamo il cielo, vogliamo le stelle" è la frase a cui tengo di più, significa che noi ragazzi non ci fermiamo mai, siamo sempre alla ricerca di qualcosa di grande, di sensazioni indimenticabili, abbiamo il cuore pieno di sogni e nessuno ce lo può portare via. Siamo fluorescenti nel vero senso della parola.
In “2016” non mancano le citazioni più disparate, dai Van Halen, agli Iron Maiden, c'è poi la dolcezza di un verso come: “in questo posto c’è qualcuno che mi distrae ma lui ha altro da fare” al mood retrò del pezzo in se... può considerarsi una sorta di manifesto del tuo progetto, ovvero quello di far confluire più mondi possibili, apparentemente distanti tra loro?
Io mi sento molto eclettica, nella mia vita in generale ho sempre odiato le etichette. Mi piace poter cambiare, variare, e l'obiettivo nella musica è di produrre qualcosa che sia un riflesso di me. Potrebbero alternarsi vari mood nei miei pezzi, vari generi, non mi pongo mai alcun limite. L'importante per me è l'emozione, e vorrei trasmetterne tanta a chi mi ascolta.
Quando uscirà l'album vero e proprio e quando potremo vederti dal vivo?
Le mie previsioni dicono che uscirà in Autunno, ed io sono letteralmente elettrizzata… non a caso ho intitolato l'album "Bambini Elettrici", che si può dire essere la sintesi della mia vita. Dal vivo suonerò presto, mi auguro un bel tour, sarebbe un sogno per me; in ogni caso potete seguirmi sui miei canali social per ogni aggiornamento, vi aspetto :).
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