Giorgio Poi con "Smog" rilascia un album legato alla tradizione cantautorale italiana che dava oltre al testo, grande risalto alla musica, alla scelta dei suoni e degli arrangiamenti. Con apparente semplicità Poi abbraccia questo mondo in maniera quasi disincantata, camminando con la testa sulle nuvole, come fosse pronto a perdersi... in un ricordo, in un equivoco, in una lucida follia, o ne farsi vincere dal caldo, tra un viaggio e un trasloco. Con la testa sulla nuvole, con leggerezza e col talento vero:
“Non mi piace viaggiare”: “lasciami perdere che ti ritrovo io” accattivante, con un ottimo arrangiamento, dai sapori anni 70.
“Ruga fantasma”: trasognante, tra ricordi confusi di un’amore e irresistibili squarci di poesia: “però di te mi ricordo una ruga fantasma spuntare dal nulla vicino alla guancia e un’odore di pioggia che riempiva la stanza quando eri triste quando dicevi forse è finita la primavera”
“Solo per gioco”: evocativa ballad, cantilenante, dai sapori d’antan, con la sezione ritmica in evidenza: “tu che mi capisci bene rimani un pò, lo so.. sorridi piano mostra meno”
“Stella”: “un lago se ho capito bene è un riassunto del mare” gradevole pop song colorata dai synth
“Napoleone”: suggestiva e intensa, melodicamente da applausi: “e stai tranquilla che non si vede che hai gli occhi pieni di neve”
“Vinavil”:”abbiamo il cuore strano di cera e vinavili che ti si scioglie in mano” delicata e complice
“Smog”: la title track è strumentale, una vera e propria traccia ambient
“Maionese”: “mi hai dato un bacio severo, ma vero” trasognante, col riff nel ritornello che più che ricordare è una vera e propria citazione di Lugano Addio di Ivan Graziani
“La musica italiana”: con Calcutta, “chissà a che cosa pensi adesso che sei lontana ti fa ancora schifo la musica italiana o no?” Per chitarra voce e pochi orpelli dal mood agrodolce
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