“La faccia degli dei” è l’ep d’esordio di Manica. 5 brani di cantautorato sghembo dall’animo punk. Piacevole, semplice e immediato, ma mai scontato, tra evidenti influenze artistiche e arrangiamenti non banali che impreziosiscono il tutto.
“La libertà in questo paese”: con Dandy Bestia degli Skiantos, un cantato straniante alla Wolfango, incedere martellante, tra citazioni dei CCCP, è il primo singolo estratto:“meriti di più di un aumento economico meriti di più di un reddito minimo garantito che non avrai, che non avrai, che non avrai non sei nato per pensare non sei pagato per pensare”
“Parigi”: sembra fare il verso al primissimo Vasco Brondi:”Datele un bacio di cherosene a volte esplodere a volte conviene” ottimo l'arrangiamento.
“Parole chiave”: cover del brano di Marracash che ben si adatta al mood del nostro: “Ti conosce di più il tuo motore di ricerca” fa venire in mente certi episodi di Fatur.
“Marina e Ulay”: ispirata dal lavoro di Marina Abramovic è una sorta di valzerino con un testo delizioso: "Oppure si tradiranno ma resteranno fedeli all’amore chiederanno ad un tribunale cosa dovranno lasciare ma pregheranno il destino che li ha fatti incontrare"
“La teoria dei buchi neri”: ironica filastrocca pop alla Bugo dal piglio solo apparentemente scanzonato: “C’è chi dice che il mare è tanto grande è sempre uguale, una distesa di acqua salata, una lacrima versata c’è chi dice che la montagna è così grande e così saggia chi tocca la volta celeste, chi si accontenta di due piste!”
Commenti
Posta un commento