“Se qualcuno lo chiede, la ragazza
non esiste!”
La serie ha una particolarità: è
stata presentata al Festival del Cinema di Berlino e per 24 ore il
Pilot è stato reso disponibile su Amazon Prime Video, nonostante la serie
completa andrà in onda solo a fine marzo. Trovata a dir poco
geniale, anche perché “Hanna”, questo il suo titolo, tiene viva
l'attenzione con un episodio pilota che è un mix perfetto tra mistero e
adrenalina, che apre variegati orizzonti. La serie inizia con un uomo
che rapisce una bambina da un centro che sembra apparentemente un
ospedale, ma forse non lo è. La colonna sonora che accompagna questa
nuova serie della Amazon Prime Video è la prima cosa che captiamo di
positivo soprattutto nel momento in cui vediamo quello stesso uomo
fuggire con una bambina in braccio in un bosco dopo che la sua
macchina esplode con dentro la moglie. Parte da qui “Hanna” la
nuova serie drammatica del canale on demand. Ricca di azione e con
diversi misteri da risolvere, “Hanna” è chiaramente la storia di
una ragazzina incredibile costretta a vivere isolata dal resto del
mondo, ma il reale motivo non ci viene spiegato, almeno non
all'inizio. Tratta dal film omonimo del 2011, Hanna, qui interpretata
dalla giovane Esme Creed-Miles, vive col padre Erik (Joel Kinnaman),
uomo che la costringe a dure prove fisiche e ad allenamenti
pesantissimi perché la ragazza deve saper combattere e difendersi,
ma da chi? E' quello che si chiede anche Hanna, quando appena
adolescente, incontra per la prima volta sulla sua strada un altro
essere umano, un ragazzo che sta tagliando gli alberi ai margini
della foresta dove la protagonista vive da sempre lontana dalla
civiltà. L'uomo si prende cura di lei, dopo il rapimento che avrebbe
visto la bambina doversi sottoporre a degli esperimenti non meglio
identificati e tenendola in salvo dalla cattiva di turno, Marissa
Wiegler (Mireille Enos).
Anche stavolta lo sceneggiatore è lo stesso ideatore del film di 8 anni fa, David Farr, che avendo in
questo caso più tempo a disposizione – 8 episodi da 50 minuti
ciascuno – fa in modo di dilatare la storia entrando nel dettaglio
della psicologia dei personaggi e raccontando minuziosamente le
paure, i dubbi, i segreti e le angosce di un padre e di una figlia. Nel film infatti la ragazza era stata espressamente descritta come
una combattente dal sangue freddo, spietata e pronta a tutto per
scoprire la sua verità, qui invece si scava anche all'interno della fragilità di una giovanissima donna che vuole
capire cosa c'è di vero nelle parole del padre e perché proprio lei
debba passare tutte quelle torture fisiche e psicologiche. Di certo
anche in questo caso tutto ruoterà intorno alla CIA, visto che lo
stesso Erik è un ex agente dell'agenzia di spionaggio americana.
Negli episodi successivi Hanna crescerà e così come nel film
diventerà un'assassina a sangue freddo, sperando che il dilatarsi
del tempo non condizioni anche la narrazione, facendola diventare
troppo lenta e tediosa. Il Pilot mette sicuramente le giuste basi per
interessare e aizzare la curiosità, soprattutto grazie a questo
triangolo splendido tra Creed-Miles, Kinnaman e Enos, con i loro
personaggi e con il conseguente concatenarsi di eventi e relazioni
passate e presenti, decisamente punto focale di uno show che è
certamente mirato ad un pubblico che ama le serie di azione, un po'
fantascientifiche, violente e dal forte sapore mistery.
Commenti
Posta un commento