“Credo nei sogni, i sogni in cui puoi
vivere... se crei il posto dove la storia accadrà potrai
controllarli entrambi. Puoi creare delle stanze piene di cose belle
dove avvengono solo eventi positivi: mattinate tranquille, feste
eleganti, cene romantiche, amore. Se crei la vita perfetta non può
succedere niente di negativo”
La Bravo si sta facendo sempre più
spazio tra le serie di qualità e “Dirty John” ne è l'ennesima
prova. Un uomo e una donna si conoscono, si amano, sembra la classica
coppia felice, la relazione che tutti vorrebbero avere tra due “anime
gemelle”, a poco a poco però tutto cambia, si trasforma e prendono
il sopravvento: i segreti, le bugie, le manipolazioni e tutto si
incrina pericolosamente. L'incipit non è dei più originali e la
serie in se ricorda un po' tutte quelle che sulle coppie malate hanno
fatto il loro successo: “Liar”, “You”, e molte altre, ed
anche “Dirty John” non è da meno, ma questa ha una carta
vincente nella manica, la protagonista Connie Britton, che per il
ruolo in questione si è anche aggiudicata una nomination ai Golden
Globe, perché qui la Britton dimostra tutta la bravura e la classe
già parecchio marcata e conosciuta negli ultimi anni. In questa
occasione l'attrice da il volto a Debra Newell, una designer
d'interni di successo al quale però manca una cosa fondamentale
nella vita: l'amore. Così decide di buttarsi a capofitto sulle app
d'incontri, nonostante una vita sentimentale disastrata alle spalle,
con 4 matrimoni falliti e tre figli, Trey (Jake Abel), Veronica (Juno
Temple) e Terra (Julia Garner). Un giorno però nella sua strada si
pone John Meehan, interpretato da Eric Bana, apparentemente l'uomo
perfetto, anestesista affascinante con la voglia di trovare la
persona giusta con la quale costruire un futuro assieme, ma in realtà
è soltanto un truffatore, a tratti un po' psicolabile.
Nel cast ci
sono anche: la splendida Jean Smart, nel ruolo di Arlane Hart, madre
di Debra e Nancy (Keiko Agena), collega della protagonista. E mentre
tutti vedono in questa relazione una minaccia, le figlie cominciano
ad odiare l'uomo e a vedere la madre sempre più plasmata, Debra
deciderà di fare un quinto matrimonio lampo e nel frattempo però
comincia a fare terra bruciata intorno a se. Insomma la serie ruota,
per fortuna aggiungiamo noi, sulla figura della Britton, ed è
proprio lei che risolleva le sorti di uno show bello ma che
altrimenti non ballerebbe, uno show alla fine come tanti,
tecnicamente ben fatto, con un narrazione discreta ed una
sceneggiatura interessante, ma niente di più, ma è invece proprio
l'attrice a rendere il tutto sopra la media, a portare “Dirty John”
ad un livello decisamente superiore. La serie creata da Alexandra
Cunningham, la stessa che ha scritto e prodotto alcuni episodi di
“Desperate Housewives” e “Roma” e composta da una prima
stagione di 8 episodi da 50 minuti ciascuno, ancora inediti in
Italia, è una serie antologica, che quindi in ogni stagione verrà
affrontare un caso diverso ispirati a fatti realmente accaduti,
quindi in ogni stagione ci saranno trame e protagonisti differenti ed
ogni stagione tratterà un caso di cronaca nera di cui ormai i
rotocalchi sono pieni. Attingendo dalla vita reale la serie assume
connotazioni ancora più macabre e crea facile empatia soprattutto
con le donne, ma non è una serie per sole donne, ma per chi ama le
emozioni forti. A conti fatti quindi “Dirty John” è sicuramente
una serie che avrebbe potuto mirare a più alti risultati, ma alcuni
errori qui e là la rendono una serie buona, che diventa ottima
grazie alla protagonista, ma non è eccellente come avrebbe potuto
essere.
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