In una cornice quest'anno decisamente
più ampia, ma anche più fredda e meno coinvolgente – il palco è
stato spostato dalla più piccola e caratteristica piazza della
cattedrale, alla spiaggia – il tradizionale Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo ha ospitato come
sempre volti noti del
panorama musicale italiano, come Le Vibrazioni, Gemitaiz, Ermal Meta
e ieri sera i The Kolors, gruppo giovane che ha fatto
del ritorno agli anni '80 il suo punto di forza. Ed è proprio
questa “gioventù” che manca all'appello, l'età media
del pubblico è molto più alta dei soliti fan della band ed il pubblico di conseguenza non è poi così
caloroso.
Stash, front-man della band, fa fatica a
scaldarlo, nonostante siano tutti i componenti visibilmente contenti di essere in Sicilia, mentre ci fanno ascoltare i loro pezzi più famosi dei due album
finora prodotti: “Out” e “You”, e nonostante spesso, in qualche breve pausa, ci si accorge che il pubblico, a parte alcuni, non
conosce i testi delle canzoni, loro si divertono comunque, questo è
palese anche quando proseguono ad libitum fino agli ultimi brani di chiusura del concerto, tra i quali ci
sono “Frida”, portato dai The Kolors all'ultimo Festival di
Sanremo, “Il Mondo”, cover del brano di Jimmy Fontana presentato
ad “Amici”, trasmissione che hanno vinto nel 2015 e che li ha
resi celebri, e che da allora non smettono di presentare ai loro
live. Poi continuano con “Everytime”, il loro più grande successo, e due inediti che
con ogni probabilità saranno presenti all'interno del loro prossimo
album. Prima di salutare il pubblico, la band dedica un
lungo medley di brani celebri italiani di Lucio Battisti e Vasco Rossi:
“La canzone del sole”, “Albachiara”, “Eppur mi son scordato
di te”, “Il tempo di morire”, e molte altre. Sul palco insieme
a Stash i compagni di una vita: Daniele Mona al sintetizzatore,
percussioni e tastiere e Alex Fiordispino alla batteria; è
entrato a far parte del team un altro elemento dall'inizio di questo
tour estivo 2018: Dario Iaculli al basso.
Oltre ai brani presenti
nei loro primi due album e al medley interamente italiano, la band
ci riporta costantemente agli anni '80 con brani di Michael Jackson e
Queen, per poi proiettarci ai nostri giorni e alle loro collaborazioni
con J-Ax, Fedez e Levante in “Assenzio”, e in “Come le onde” sempre con J-Ax. In un intercalare
continuo da presente e passato, Stash scherza, ride, si diverte,
intrattiene il pubblico ringraziando costantemente. Si balla,
si canta tale da coinvolge tutti. Il
cantante dice: “Noi, da napoletani, ci sentiamo un po' siciliani ed
ogni volta che veniamo in Sicilia ci sentiamo un po' a casa”, poi
scende in mezzo al pubblico, issandosi letteralmente sulle transenne
baciando e tendendo la mano a coloro che sono presenti nelle prime
file, lo fa più e più volte durante il concerto e non è una cosa
che si vede spesso: negli ultimi anni nessuno scende più tra il
pubblico, raramente succede che un cantante manifesti quasi la voglia
di gettarsi in mezzo ai suoi fans, ma Stash lo fa ed è una cosa che
lo rende più simpatico e “umano” di molti suoi colleghi.
Inoltre
ci dimostra palesemente, malgrado tutte le critiche gettategli
addosso durante "Amici" e nelle innumerevoli partecipazioni tv in cui
si criticava il suo play-back - oltre a un autotune evidente e marcato con
sintetizzatori vocali molto forti - che al contrario live non pecca quasi mai, ogni tanto si scorda qualche parola, ma nel
complesso è vocalmente puntuale a dimostrazione del fatto che i The
Kolors, portando in scena un loro modo di fare musica marcatamente
anni '80, incisivo e da “tormentone”, sono una
delle pochissime cose decenti uscite dai Talent in questi 18 anni di
“Amici”, 12 di “X-Factor”, 5 di “The Voice”, ecc. ecc.
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