“Beh, mia cara, non per lodarmi, ma
hanno scelto l'uomo giusto per risolvere il caso!”
Era il 2 settembre del 1983 quando
arrivava sugli schermi canadesi, francesi e statunitensi “Inspector
Gadget” - in italiano “L'Ispettore Gadget” - prodotta da DiC
Entertainment, France 3 e Nelvana, la serie animata ha come
protagonista un ispettore di polizia che è una specie di cyborg
dotato di tantissimi gadget tecnologici innescati un po' dappertutto
sul suo corpo, cappello, impermeabile, scarpe, guanti, tutto in
Gadget è supertecnologico. Basta che lui urli: “Op op Gadget
braccia”, oppure “Op Op Gadget Gambe” e così via, e si
azionano automaticamente, ma quasi mai in maniera perfetta, gli
svariati meccanismi. L'Ispettore non è però molto sveglio, anzi, è
particolarmente ottuso e apparentemente poco intelligente. La serie
arriva in Italia soltanto due anni dopo, prima su Rai Uno, per poi
passare su Canale 5, poi su Italia 1 ed infine anche per Rete 4. In
totale sono 86 gli episodi che compongono le due stagioni de
“L'Ispettore Gadget”, anche se in realtà l'anime ha avuto anche
uno spin-off dal titolo “Gadget
Boy & Heather” - in italiano “E' piccolo, è biondo, è
sempre Gadget!” - serie del 1995 per un totale di 56 episodi, in
arrivo in Italia nel 1998, che raccontava la storia di un ragazzino
che come l'omonimo Ispettore del 1983, aveva gli stessi Gadget nel
giubbotto e nei vari accessori che indossava, solo che era biondo e
più giovane. A questo va aggiunto il film del 1999 con Matthew
Broderick e Rupert Everett a cui ne è seguito un altro due anni dopo
sempre con il medesimo cast. Entrambi i film rappresentano prequel
della serie a cartoon.
L'Ispettore Gadget è talmente pasticcione che
ad aiutarlo nei casi e a risolverli al suo posto ci pensano la nipote
Penny ed il suo fidato cane Bravo, che salva continuamente zio Gadget
da qualsiasi situazione pericolosa. Il cattivo di turno invece è il
supertecnologico e geniale Boss Artiglio, puntualmente annientato dal
nostro protagonista e dal suo team. Gli episodi si svolgono sempre
allo stesso modo: a Gadget viene affidata una missione impossibile
dal suo capo, il Commissario Quimby, comunica a Penny che deve
partire per risolvere il caso, ma Penny gli mette alle calcagna il
fidato e poco coraggioso Bravo. Puntualmente il protagonista combina
qualche guaio, spesso scambiando i nemici per amici e viceversa e
quindi Penny corre a salvarlo, ma alla fine a prendersi il merito è
sempre il caro zio. Accompagnata dalla sua adorata automobile, la
Gadgetmobile, all'inseguimento dell'organizzazione criminale MAD, con
al comando il misterioso Boss Artiglio ed il suo unico amico, un
gatto malvagio che si chiama Satanasso, l'anime viaggia su terreni
fertili per 86 episodi che sono rimasti nella storia della serialità
animata di sempre, proclamandone un vero e proprio cast degli anni
'80. Nella trasposizione Rai la sigla, tradotta dalle musiche
originali di Shuki Levy, era cantata da Piero Chiambretti, per anni
rimasta solo una leggenda, fino a quando è stato lo stesso
Chiambretti recentemente ad aver confermato la notizia. Nella
versione Mediaset invece la sigla viene cantata come sempre da
Cristina D'Avena, scritta da Alessandra Valeri Manera e Carmelo
Carucci: “L'Ispettore tempestivamente si ingarbuglia sempre di
più... L'ispettore gadget, quando vuole le sue gambe allungherà...
l'ispettore gadget ci stupirà come l'ultima volta”.
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