Come
si suol dire, l'aspettavamo al varco. A poco tempo dal precedente "A
bit of italiano", che raccoglieva cover reinterpretate, Francess
torna per la Sonic Factory con "Submerge", un disco inedito
scritto con Mauro Isetti ed Egidio Perduca. Prova superata.
L'italo-giamaicana si "immerge", è proprio il caso di
dirlo, nella sua vera essenza, non quella di qualcun'altro. Ed è
quello che volevamo dalla sua dote vocale davvero notevole.
"Submerge" è caldo e suadente in ogni angolo, curioso e
frizzante, sia nella voce che in alcune scelte melodiche ben
associate all'elettronica che però a volte può erigere paletti. I
vari cambi di sonorità, soprattutto nei bridge, le fugaci pause,
possono scombussolare chi ascolta. Ma comunque è un disco
indubbiamente per chi ama uno stile made in USA ammiccante e moderno,
da Joss Stone a Meghan Trainor, senza dimenticare che la storia
musicale e l'essenza della nostra di cui parlavamo, sono legate alle
grandi voci black della storia della musica.
"Submerge" ci
dà il buongiorno in maniera travolgente, con quel soul che la voce
di Francess non può che valorizzare. Atmosfera calda che pervade
l'album, bel sound, funzionale la melodia con il piano cupo in mostra
così come in "Follow Me", che però nel suo testo
italo-inglese risulta maccheronica in stile Mambo Italiano. Ed anche
la ritmica suadente e veloce di "Seguimi nel vento" ha un
impatto similare, che però può contare sui curiosi violini. In
"Ivory" Francess torna a suo agio in un piglio più r'n'b
in cui spinge la voce e fa bene come la parte strumentale lasciata
alla 6 corde. Molto artistico il bridge, fortemente retrò, riuscendo
ad imprimere il sendo del brano... un ricordo intimo, conservato tra
sogno e realtà, gelosamente. "Ready set go" è un pop
elettronico contemporaneo, che nella vocalità e nell'indole ricorda
molto Joss Stone, con tante riprese come nel pezzo precedente, che
risultano decisamente ammiccanti. Niente di esaltante, ma sicuramente
la melodia, in chorus e strofa, fa del brano un singolo da sfruttare
in radio. "Evolution" è una prova vocale più che musicale
- l'elettronica veste completamente il pezzo - a tinte pop-dance
nella prima parte che pian pian "evolvono" ed è proprio il
caso di dirlo, con i synth e i bassi che giocano sino alla parte
finale. Un brano che inizialmente confonde l'ascolto.
In "Memory Lane"
l'album si prende uno spunto di riflessione, una strada dei ricordi
velata di soul, con una voce rilassante e morbida soprattutto nelle
note più basse. La miglior condizione per Francess che dovrebbe
sfruttare più questo aspetto. Parafrasando Freddy Mercury "The
Show must go wrong"/Lo spettacolo deve andare male"...
perchè non sempre tutto va come vorremmo. Ma fa parte della vita e
Francess nel ritornello mette la grinta necessaria, senza mai essere
sopra le righe, anzi qui è alquanto minimal nelle strofe e nel
bridge, che in questo lavoro servono a spezzare e a creare dei
diversivi all'ascoltatore. Non sempre riescono ma comunque sono
interessanti da valutare. Sound "pop-passion" ballabile in
"Moon" dove l'interprete non è affatto lunatica ma al
contrario eccentrica, a tratti stravagante, una donna a cui piace
piacere e ne ha i mezzi (canori).
"Until Dawn" è
cinematografica perchè scritta per un film indipendente di Silvio
Nacucchi e cerca di mantenere la potenza della sensualità, in quello
che è un atto d'amore "fino all'alba". L'ultima track di
"Submerge" spetta a Gershwin. Sì perchè Francess
reinterpreta, legandosi al disco precedente, "The man I love",
cavallo di battaglia ricantato nel tempo dalle migliori voci al
mondo. Un blues-jazz che qui vira verso un funk con spinte
elettroniche che non dispiacciono. Non vogliamo di certo restare
legati a certi canoni del passato che resteranno nell'olimpo e qui
ripeterlo sarebbe retorico e oltremodo banale, ma bisogna anche
premiare chi come Francess ha il coraggio di dare una nuova veste e
nuovi colori a "l'uomo che ama"...
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