Francesco Camin con "Palindromi" rilascia un album maturo, consapevole, poetico, suggestivo. ricco di sfumature che si fanno sempre più nitide ascolto dopo ascolto. Otto canzoni scritte bene e arrangiate come si deve, senza fronzoli, che arrivano al cuore dell'ascoltatore. Un disco "naturale" dedicato agli alberi, semplice come la bellezza pura:
"Tartarughe": filastrocca folk pop con un testo poetico e surreale al tempo stesso alla Tricarico: "E non c'è campo per comprare la verdura da mangiare, non c'è shampoo per lavare i miei capelli con i tuoi"
"Palindromi": la titlle track "Saranno le tue rughe a dirmi come stai, se attorno tutto crolla resteremo noi" una fotografia centrata sull'Italia odierna e sullo sfondo una storia d'amore "Se fuori tutto muore io muoio dentro di te" bellissima
"Abisso": "Se siamo il fondo di questo abisso tu dimmelo in faccia" fine di una storia d'amore invocando sincerità con un uso intelligente delle rime e una ritmica incisiva
"Tasche": uno dei brani più intensi: "Svuota le mie tasche piene e nuota insieme a me con le balene" strofa suggestiva e intensa con ritornello che si apre alla melodia: "I mostri che non mostro per non vomitare su ciò che è nostro"
"Verde": "In quel giorno il cielo era disarmato privo di nuvole" suggestivo e poetico, ricorda nello special "L'abbandono" dei Marta sui Tubi
"Dovrei": "Farla fintia con i compromessi perché i miei occhi non sono più gli stessi" folk ballad con ritornello aperto "dovrei lanciarmi giù dal tetto ed affidarmi al vento"
"Le cose semplici": "Semplici non come i discorsi dei politici" strofa leggera con un ottima progressione armonica nel ritornello "Mi piacciono le cose semplici per questo non mi piaci tu" testo delizioso
"Un gioco": "Se tutto è un gioco che sia quell'anello che porti da poco di plastica verde che non vale niente" viene in mente Riccardo Sinigallia ma sono da applausi sia testo che musica
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