Dall’incontro artistico del
marchigiano Jacopo D’Andreamatteo e del lombardo Luca Servodio nascono nel
marzo 2016 i Killing Matthew, duo italiano con base in Francia, a Grenoble, al
debutto discografico con l’album "Addio nemico mio", disponibile per
l’acquisto e l’ascolto su tutti i digital stores da giovedì 14 giugno.
In Addio nemico mio,
distribuito da La Stanza Nascosta Records e promosso da Verbatim
ufficio Stampa di Claudia Erba, la musica si fa
arte nostalgica per eccellenza, realizzando quell’irreversibile curiosamente
manipolabile in cui il rimedio ci viene dato insieme al male caro a
Jankélévitch.
"Canzoni come Gocce,
Ottobre o Le donne che passavano - racconta Jacopo D’Andreamatteo - parlano proprio
di questo: di scelte, di mancanze, di ricordi. Addio nemico mio rappresenta una fase della vita che raccoglie
sentimenti contrastanti: una malinconia intima, che accompagna il passato
giorno dopo giorno, ripercorrendo le strade prese e le scelte fatte, e lo fa puntando
il dito contro, come a voler dire "hai visto? non era meglio
prima?”.
In Addio Nemico mio si
intrecciano passato e presente storico, memoria e recherche du
temps perdu;
capovolgendo il celeberrimo passaggio del romanzoL’età incerta di L. P.
Hartley, il passato, per i Killing Matthew non è una terra straniera, ma
la patria lontana cui tornare, sospinti da una nostalgia pervasiva; il luogo in
cui è depositato, benjaminianamente, il futuro.
"L’idea- racconta Luca Servodio - è quella
di un ritorno alle origini; alla maniera, per la poesia, di Saba,che, sommerso
dagli sperimentalismi dell'epoca, scrive un canzoniere moderno, Addio nemico
mio ricerca e trova la sua originalità nella tradizione: al giorno d'oggi non c'è niente di
più arduo che essere semplici".
"Poi ci sono Mr. Ford e LaMotta's blues-prosegue Jacopo D’andreamatteo-
e la voglia di raccontare storie attraverso gli occhi di personaggi non
avvezzi alle canzoni, idoli "sporchi" diventati manifesto del loro
tempo e che, nel bene o nel male, hanno emozionato il mondo.
Infine un pensiero al
"presente" con No color, all'attualità delle bombe, dei morti, dei dimenticati sepolti sotto le macerie
di Aleppo. Inutile dire che una canzone non cambierà
il corso
degli eventi, né fermerà la morte...ma mi auguro possa sensibilizzare l'ascoltatore. D'altronde
la nostra non è musica per i piedi".
Con Addio Nemico mio,
essenzialmente acustico ed improntato su chitarra e pianoforte (con incursioni
di basso, contrabbasso, organi e archi suonati dal musicista e produttore del duo Salvatore Papotto), i Killing Matthew
disegnano un paesaggio sonoro minimalista, sorretto, a livello testuale, da un antiermetismo programmatico.
Passando dal country-blues al
rock, con influenze del cantautorato classico italiano, i Killing
Matthew ci consegnano un album intimista, capace di restituire autenticamente
quella verità che
giace al fondo, venata
di spleen e rivolta, sospesa tra graffio e carezza.
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