“Ti paralizzerei con della
saxitossina e ti soffocherei nel sonno. Ti farei a pezzi il più
possibile, ti metterei a bollire, poi dentro un frullatore, infine ti
porterei a lavoro in una borraccia per poi buttarti nel cesso di un
ristorante”
E' tornata Sandra Oh, che
fortunatamente si è liberata dalla zavorra di rimanere per sempre la dottoressa Christina Yang di “Grey's Anatomy”, diventando Eve
Polastri ed il passaggio non poteva essere dei migliori, perché la
serie in questione è molto intrigante e la Oh è perfetta per un
ruolo che “serioso”, ma che si trasforma in goffaggine e
sbadataggine grazie alle espressioni del viso dell'attrice. “Killing
Eve” della BBC America, la stessa rete che ci ha fatto conoscere
Tatiana Maslany e la sua splendida interpretazione in “Orphan
Black”, stavolta ci porta nel mondo dei killer su commissione. Eve
è un funzionario del MI5: fa una vita noiosa, con un marito
insegnante, Niko (Owen McDonnell), un lavoro d'ufficio che non la
gratifica ed un genio incompreso, perché la donna ragiona
decisamente fuori dagli schemi, ma nessuno la sta mai ad ascoltare,
fino a quando un giorno manda a quel Paese il suo capo e viene
licenziata in tronco, ma effettivamente il suo talento era
decisamente sprecato. Poco prima però, la donna fa la conoscenza di
Carolyn Martens (Fiona Shaw), capo della sessione russa del MI6 che
le fa la proposta di seguirla in una “missione segreta” e le
assegna una scrivania in un ufficio poco più grande di uno stanzino,
con bagno in comune e carta igienica da portare da casa. La Martens
intuisce che Eve ha del talento e le chiede aiuto per rintracciare
una donna serial killer, a cui entrambe stanno dando la caccia da
anni. La killer psicopatica in questione è conosciuta con il nome di
Villanelle (Jodie Comer).
Da questo momento in poi la strada delle
due donne di incrocerà più volte, divenendo a tutti gli effetti due
facce della stessa medaglia, antitesi geniali l'una dell'altra. Le
due innescheranno un meccanismo di sfida contro il tempo, una per
catturarla, l'altra per sfuggirle. Mentre la protagonista farà,
nella sua nuova postazione lavorativa, conoscenza dell'ex-haker Kenny
(Sean Delaney), si farà un assistente, Elena (Kirby Howell-Baptiste)
e chiederà al suo precedente capo settore, Bill Pargrave (David
Haig) - che verrà a sua volta licenziato per aver difeso la donna –
di aiutarla nell'impresa, mentre avviene tutto questo dicevamo, la
scena si sposta spesso: da Vienna a Parigi, passando per la Bulgaria
e per la Toscana, dove incontreremo Remo Girone che interpreta Cesare
Greco, mirino di Villanelle per poi finire sempre a Londra, habitat
di Eve. Quest'ultima non è di certo una che segue gli ordini, fa di
testa sua ed è proprio questo il bello di tutto: il suo carattere ed
il temperamento, come dicevamo all'inizio, sono i punti di forza di
una serie che poggia la trama sulle possenti spalle della Oh,
circondanta comunque da un cast molto interessante.
Non basta un buon cast ed un incipit
interessante per fare una serie e “Killing Eve” non è purtroppo
l'eccezione alla regola. Ci sono un po' di punti deboli nella
caratterizzazione dei personaggi, soprattutto la parte della
“cattiva” risulta a tratti un po' ridicola, macchiettistica nel
modo di uccidere, apparendo un po' come una Joker al femminile. Il
suo capo, Konstantin (Kim Bodnia), colui che le dice chi andare ad
uccidere e dove, sembra quasi aver paura della mente labile della
ragazza, tanto da dirle continuamente: “Siamo preoccupati per il
tuo stato mentale”, ma senza fare poi realmente nulla per
bloccarla. Malgrado questo però la serie è capace di attirare
l'attenzione, è una serie sicuramente di buona fattura e qualità,
con una protagonista eccellente, che forse potremmo finalmente vedere
premiata come è giusto che sia, perché la Oh era sempre stato il
personaggio migliore di “Grey's Anatomy”, ma mai davvero
valorizzata. In questa occasione invece dimostra tutta la sua
bravura. “Killing Eve”, ancora inedita in Italia, è partita
sulla BBC America lo scorso 8 aprile, basata sul romanzo “Villanelle”
di Luke Jennings e trasmutata per la Tv da Phoebe Waller-Bridge, è
già stata rinnovata per una seconda stagione.
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