In pochi possono permettersi di reinterpretare Luigi Tenco e risultare quanto meno “credibili”, riuscire persino ad emozionare è discorso per pochi eletti. Ci riescono Armando Corsi e la compianta Roberta Alloisio - con la produzione della OrangeHomeRecords di Raffaele Abbate - in “Luigi” “spogliando del tutto” i brani di Tenco, facendo emergere “l’anima” viva e pulsante, “la poesia” di canzoni davvero senza tempo, cercando di comunicare “altro”, scovando sotto testi, suggestioni, a cominciare da “Luigi e gli americani” scritta da Gaber e Ombretta Colli e che è di un’attualità sconcertante o arrivando a rinunciare persino alle parole, come nel “respiro di Angela”, al mood jazz di “Mi sono innamorato di te” dove ascoltando col cuore, si materializza una vera e propria orchestra... all’ironia amara di “Ho capito che ti amo”, agli opportuni momenti sospesi di “Vedrai Vedrai” con un'interpretazione vocale da brividi, tra l’altro, dove il tempo si ferma davvero, canzoni… senza tempo, per l’appunto, che non smettono di dire e dare tanto a chi le sa “sentire” come Corsi e Alloisio dimostrano in questo album, col cuore.
Tra le curiosità: in “La Ballata del Marinaio” e “Io sì”, Corsi ha suonato la chitarra di Tenco, “omaggio della famiglia”. In “Ciao amore ciao” si è deciso di recuperare la versione di Tenco, registrata solo per il mercato estero, che prevedeva la parola “piangendo” al posto di “sognando”, modifica imposta per l’esibizione al Festival di Sanremo. Così come si è preferito eseguire il testo di “Un'ultima carezza” invece del più conosciuto “Averti tra le braccia”.
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