“Non puoi più rimanere qui, non ho
abbastanza cibo per sfamarti e anche se ne avessi non ti conosco,
quindi non appena starai meglio dovrò chiederti di andartene. Sei
fortunato che non ci fosse la luna piena... stavo mirando più in
alto”
La Netflix decide di scendere in campo
con un western: “Godless”, ideato da Steven Soderbergh - Premio
Oscar per “Erin Brockovich” e “Traffic” - e Scott Frank
(“Minority Report”, “Io & Marley”, “Wolverine.
L'Immortale”). Il cast è assolutamente da cinema: Sam Waterston,
Jack O'Connell, Michelle Dockery, Jeff Daniels, solo per citarne
alcuni, ma la trama è decisamente adatta solo a chi ama il western,
non è indirizzata a chiunque e probabilmente non vuole nemmeno
essere una serie per chiunque. Ci troviamo nel New Messico, nel 1884,
dove Frank Griffin (Jeff Daniels), è un fuorilegge alla caccia
dell'uomo che l'ha tradito: Roy Goode (Jack O'Connell), che è anche
figlio adottivo dell'uomo.
Tutto però si complica il giorno in cui
Frank viene a sapere che Roy si nasconde a La Belle, una città dove
a regnare sono soltanto donne, che faranno di tutto per proteggere il
giovane e la loro città dalle insidie di Griffin che aveva giurato
però a se stesso che avrebbe ucciso chiunque si trovasse sulla
strada tra se stesso e la sua vendetta. Lì Roy farà fin dagli
esordi la conoscenza di Alice, interpretata dall'instancabile
Michelle Dockery (“Downton Abbey”). In tutto ciò verrà mostrata
l'inaffidabilità di uno sceriffo Bill McNue (Scoot McNairy), che,
insieme al suo vice, l'inesperto Whitney Winn (Thomas Brodie
Sangster), non riescono a gestire la situazione. Questa la cornice
dello show, dove al suo interno presenta momenti vuoti per colpa di
una narrazione lenta, ma cadenzata da una bellissima colonna sonora e
da un cast che fa tutto il lavoro. Guardando “Godless” non può
ovviamente non venire in mente “Westworld”, perfino la figura di
Griffin ricorda molto quella interpretata da Hopkins nella serie
della HBO, ed anche in questo caso, come per tutti i western che si
rispettino, è molto cruda e decisamente esplicita nelle sue immagini
più cruente.
Eppure la serie è anche molto femminile, nel senso
però più forte del termine: qui il potere è delle donne e come
tale quelle che conosceremo nel mondo di “Godless” sono robuste,
forti, comandanti, molto mascoline nel modo di mostrare la loro
apparente invulnerabilità. Attraverso la pistola si fa fronte ad un
cambiamento, quello di voler a tutti costi rendere il cowboy
classico, quello che conosciamo da sempre, con l'occhio incazzato, a
cavallo, che soffia sulla pistola fumante, appannaggio di pulzelle
armate e probabilmente più sagaci degli uomini suddetti. Sette
lunghi episodi da un'ora ciascuno mostrano dei dialoghi ridotti
all'osso immersi in una sceneggiatura dove i dettagli la fanno da
padrone.
La trama non è male, ci riporta a qualcosa che è
decisamente molto lontano da noi nei tempi e nei modi di vivere, ma
con una storia che risulta tuttavia abbastanza moderna e non banale,
piena di sangue e vendetta, con un cast meraviglioso, e nonostante la
narrazione lenta riesce comunque a non risultare noiosa. Resta
malgrado tutto una serie per pochi che non può essere apprezzata e
seguita da molti, una serie di nicchia che però potrebbe conquistare
qualche riconoscimento importante nel prossimo futuro.
Personaggi e doppiatori:
Roy Goode (Simone Veltroni)
Alice Fletcher (Ughetta D'Onorascenzo)
Frank Griffin (Gianni Giuliano)
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