“Ci spostiamo sempre in coppia, si
dice che sia per proteggerci, per avere compagnia... stronzate! Qui
non ci sono amici, è impossibile... la verità è che ci sorvegliamo
a vicenda: lei è la mia spia ed io la sua”
“Sterile... è una parola proibita.
Ormai non esistono più gli uomini sterili. Ci sono solo donne
fertili e donne infeconde”
La serie rivelazione dell'anno che ha
fatto incetta di premi agli ultimi Emmy Awards è approdata
finalmente anche in Italia grazie a TimVision. “The Handmaid's
Tale” (“I Racconti dell'Ancella”) è tratto dall'omonimo
romanzo del 1985 della femminista Margaret Atwood che ci mostra una
strepitosa Elisabeth Moss nei panni di Difred - all'epoca June
Osborne – ancella di Fred Waterford – interpretato da un sempre
capace Joseph Fiennes - Comandante di Gilead, Stato prima noto come
USA, che ora invece è governato da un regime estremista che ripudia
le donne e le tratta come esseri riproduttivi e nulla più. La
popolazione mondiale sta scomparendo e le poche donne fertili rimaste
vengono trattate come vere e proprie schiave al servizio di alcuni
uomini eletti, che si fanno chiamare “Comandanti”, molti di loro
sterili, che possiedono le rare feconde con lo scopo di ripopolare il
mondo. Tutti gli altri uomini sono a loro volta condannati ai lavori
più umili e non possono fare sesso con le ancelle, pena la morte
diretta, morte che avviene per mano delle stesse ancelle che lo
pestano letteralmente a sangue.
Il cast è incredibilmente perfetto,
oltre alla Moss e a Fiennes troviamo: Yvonne Strahovski (“Chuck”),
che interpreta Serena Joy, triste moglie del Capitano Waterford;
Emily alias Diglen alias Disteven, interpretata dalla nostra vecchia
conoscenza telefilmica Alexis “Rory Gilmore” Bledel, ancella che
accompagna e “controlla” Difred nelle passeggiate; Janine alias
Diwarren alias Didaniel, interpretata splendidamente da Madeline
Brewer, ragazza che fin da subito si pone contro il nuovo status, ma
che perderà visibilmente il senno dopo le ripetute violenze subite;
poi troviamo ancora Ann Dowd che interpreta la temibile e crudele zia
Lydia, che “insegna” le ancelle a comportarsi come si deve; O.T
Fagbenle presta il volto al marito di June, che conosciamo attraverso
i flash-back della donna; Nick Blaine (Max Minghella), tuttofare
della casa dove alloggiano le ancelle del Comandante Waterford che
instaurerà una relazione (quasi impossibile) con Difred; ed infine
Samira Wiley, di “Orange is the New Black”, qui Moira, amica
lesbica di June prima e di Difred poi.
Guardando anche solo il primo
episodio di “The Handmaid's Tale” si capisce subito come mai
venga considerata la serie dell'anno, fin dai primi fotogrammi
infatti, nella miriade di oltre 500 serie che circolano negli States
in un'unica stagione televisiva, “The Handmaid's Tale” è
riuscita a imporsi su tutte le altre per l'incredibile lucidità nel
trattare un tema decisamente forte e per l'originalità di una trama
assolutamente scioccante. Perché è proprio questo il termine giusto
per definire “The Handmaid's Tale”: è una serie scioccante,
potente, che lascia a bocca aperta, in un futuro distopico che sembra
così reale da poter sembrare già un presente possibile.
Però non è
tutto qui, perché nella sua forza narrativa la serie racchiude anche
una fragilità evidente, la fragilità, la delicatezza di queste
donne che devono subire tutto questo è altrettanto potente quanto le
scene più crude e sconcertanti. Purtroppo alcune tematiche
affrontate dalla Hulu con questa serie sono del tutto attuali, il
sessismo in primis, che mette in luce quei diritti delle donne che in
molti paesi del mondo ancora non vengono minimamente considerati. I
flashback sono parte integrante dello show, ma mentre nel libro, dal
quale la serie prende spunto, viene considerato solo il punto di
vista della protagonista, qui vediamo anche cose succede alle altre
donne che ruotano intorno ad essa, scoprendo il mondo insicuro di
Serena, quello fintamente duro di Moira, quello delicato ma
combattivo di Diglen.
La serie è intima, violenta, che parla al
femminile nella maniera più forte possibile, è politicamente
scorretta, che affronta temi religiosi e politici in maniera estrema,
attenta e sorprendente, anche se perde un po' quota sul finale di
stagione, che non esplode, ma lascia in sospensione, senza troppa
ansia, anche se ovviamente ci sarà un seguito. In conclusione
possiamo aggiungere che “The Handmaid's Tale”, serie creata da
Bruce Miller, autore tra l'altro di “ER: Medici in Prima Linea”,
è senza alcun ombra di dubbio, finora almeno, la serie dell'anno,
senza se e senza ma: qualità altissima, tecnicamente perfetta,
narrazione impeccabile, i dialoghi, pochissimi, vivono all'interno
degli sguardi di un cast strepitoso. “The Handmaid's Tale” è una
serie che è già cult, destinata a rimanere nel tempo.
Personaggi e doppiatori:
June Osborne/Difred (Ludovica De Caro)
Comandante Fred Waterford (Ruggero
Andreozzi)
Serena Waterford (Stefania De Peppe)
Emily/Diglen (Ilaria Silvestri)
Janine/Diwarren (Mara Gualandris)
Zia Lydia (Marinella Armagni)
Luke Bankole (Francesco Mei)
Mick Blaine (Roberto Palermo)
Moira (Gea Riva)
Rita (Luisa Ziliotto)
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