“Magellano” è il secondo album del vincitore di Sanremo “Francesco Gabbani”, otto canzoni più la cover di Susanna di Celentano che ci confermano un autore capace di scrivere pop song semplici e dirette, coi suoni di moda oggi, ovvero quelli agrodolci anni ’80 e tematiche attuali. L’album scorre via piacevole, la qualità complessiva dei brani si attesta sulla sufficienza piena e non manca qualche picco, come “La mia visione dei ricordi” ad esempio. Controindicazioni? Nessuna, Gabbani fa “pop italiano” in maniera intelligente, non furba e questo arriva alla gente, è comunicativo, perché nonostante i suoi testi siano molto più incisivi di tanti artisti indie, è popolare nel vero senso del termine e non è un caso che abbia pescato ben due jolly a Sanremo.
“Magellano”: “nella terra del fuoco non lo sapeva mica che si andava di là” pop dance “tribale” con un buono special e un’ottima prova vocale.
“Tra le granite e le granate”: “la tua vita al largo da una vita intera” parte spoglia con la ritmica ben presente che sfocia in una marcetta con una bella melodia nel ritornello, per un testo intelligente.
“Occidentali’s Karma”: “comunque vada Panta Rei e Singin in the rain” che altro aggiungere al brano vincitore di Sanremo e che speriamo trionfi all’Eurofestival: “l’intelligenza è démodé”
“A moment of silence”: “in attesa che i muti cantino e che i cantanti tacciano” incedere trascinante e cori alla Coldplay.
“La mia versione dei ricordi”: testo poetico per questa ballad intensa: “presto il tempo darà torto alle parole e alla tua bellezza come una ragione” uno dei migliori episodi del disco.
“Susanna Susanna”: la celeberrima cover del Molleggiato presentata all’ultimo Festival di Sanremo riletta in chiave reggae.
“Foglie al gelo”: mood intimo e incedere cantilenante con buone sfumature: “ritroveremo in un cassetto un altro sogno arreso senza chiederci perché ieri c’era oggi non c’è”.
“Pachidermi e pappagalli”: “oh my darling son solo al mondo mentre tu mi parli” praticamente il testo è il contrario di “A moment of silence” dove la infatti la narrazione procedeva per certezze, qui il nostro si concentra su “dicerie d’autore” per così dire. musicalmente siamo su un pop dance alla 883.
“Spogliarmi”: “tutto quel che devo fare ora che è tutto quel che devo fare per salvarmi è spogliarmi” giochi di parole “a giocare sull’attesa” nella strofa per poi liberarsi in un ritornello di sicuro appeal.
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