“Nessuno sa mai niente su nessuno. Può scrivere questo
detective e sottolinearlo!”
Abbiamo voluto aspettare fino alla fine di “Big Little Lies”
per parlarne. Perchè non è soltanto la serie con protagonista
Nicole Kidman, ma molto molto di più: è un bellissimo spaccato della realtà di
oggi, una realtà in cui tutti si fanno i fatti di tutti tramite i social
network, ma nessuno effettivamente sa cosa succede nella vita di quella stessa
persona dietro a quel profilo social: “Nessuno sa niente su nessuno”, ma tutti
mettono lingua su tutto, aggiungiamo noi. Le voci, i pettegolezzi, le
chiacchiere si propagano a macchia d'olio e sono i protagonisti indiscussi
della nuova serie di David E. Kelley, lo stesso che nel 2013 ha riportato in tv
Robin Williams e Sarah Michelle Gellar in “The Crazy Ones”.
Nomi altisonanti a
parte, anche se il resto del cast non è da meno della Kidman: Reese Witherspoon,
Shailene Woodley, Alexander Skarsgard, Adam Scott, Laura Dern, nomi decisamente
più da Cinema che da Tv; nomi a parte dicevamo, la serie attira anche per altri
motivi: la narrazione e la sceneggiatura su tutto. La vita dei personaggi
principali viene raccontata in concomitanza con flash dell'omicidio e le
indagini degli inquirenti che vengono inseriti magistralmente nella trama con
brevissimi scatti di pochi secondi che ci raccontano cosa sta succedendo nel
presente, mentre lo sguardo della serie è quasi tutto rivolto al recente
passato, a ciò che è successo poco prima dell'omicidio, che è la chiave di
tutto. Nella costruzione degli avvenimenti la serie ricorda molto “Damages”. I contrasti e gli schieramenti tra genitori e figli iniziano a scuola, quando il figlio di Jane viene accusato di aver fatto del male ad un'altra bambina, la figlia di Renata (Laura Dern).
In un certo senso è da qui che parte tutto, ma
in realtà è molto complicato raccontare una serie come “Big Little Lies” perché
non si può raccontare praticamente nulla senza svelare molto: il concatenarsi
di eventi è rapido e tutti i fatti, anche quelli apparentemente superflui, sono
strettamente legati allo scopo finale, scoprire chi è la vittima e chi il
carnefice. Ci troviamo nel nord della California ed è qui che facciamo la
conoscenza di Madeline (Reese Witherspoon), Celeste (Nicole Kidman) e Jane
(Shailene Woodley), tre madri con la loro vita dedicata ai figli, ma sono
visibilmente intenzionate a fare altro e ad occuparsi di altro, perché i piccoli
problemi quotidiani e familiari a loro stanno stretti. Madeline, adesso sposata
con Ed (Adam Scott), soffre perché la figlia sta crescendo insieme alla nuova
compagna, Bonnie (Zoe Kravitz), del suo ex marito Nathan (James Tupper).
Celeste, madre di due gemellini, è una donna apparentemente felice che in
realtà nell'intimo della sua casa subisce continui abusi da parte del marito
Perry (Alexander Skarsgard).
Jane invece è una madre single, che ha avuto il
bambino dopo aver subito un abuso sessuale, ma nonostante tutto è determinata a
rintracciare il padre del figlio, dopo i problemi riscontrati nel carattere del
piccolo. Le vite delle tre donne vengono stravolte dall'omicidio avvenuto
durante una riunione per i genitori nella scuola frequentata dai lori figli. A
concludere il cast c'è la già suddetta Renata, la Crudelia DeMon di turno,
personaggio perfetto per smussare gli angoli del mondo patinato e forzatamente
perfetto che tutti vogliono mostrare all'apparenza. Questo è solo l'incipit.
“Big Little Lies” è molto di più: è una serie sorprendente, che stupisce e
stravolge gli schemi standard dei classici drama. Sette episodi per sette ore
complessive che racchiudono densità emotiva e intelligenza tematica, è
ingegnoso, intrigante, con quella dose giusta di thriller che non guasta, senza
dimenticarci della convenzionale nota erotica che la HBO inserisce un pò in
ogni sua serie, che rende in questo caso tutto ancora più realistico.
A conti
fatti non sappiamo se con un cast diverso avremmo fatto la stessa recensione,
siamo sinceri, perché la forza di “Big Little Lies” è senza alcun ombra di
dubbio il settore attoriale praticamente perfetto, forse mai come in questa
occasione è impossibile riscontrare una pecca da qualche parte: dall'ambiziosa
ed arrogante Dern, alla sofisticata e glaciale Kidman, passando per la
vulnerabile e combattiva Jane, per finire alla irrascibile e autoritaria
Madeline, un cast prevalentemente femminile, dove però anche la parte maschile
non sfigura. Tutto è stato scelto nel minimo dettaglio, lo si nota anche
partendo dai costumi e dalla location. La HBO dopo un pò di delusioni torna a
fare ciò che sa fare meglio: raccontare l'animo umano immergendolo in vite al
limite ed in casi estremi. Serie assolutamente da vedere, basata sul romanzo
“Piccole Grandi Bugie” di Liane Moriarty, che in queste settimane va in onda
anche in Italia e quasi in contemporanea su Sky Atlantic.
Personaggi e doppiatori:
Madeline Martha Mackenzie (Rossella Acerbo)
Celeste Wright (Chiara Colizzi)
Jane Chapman (Erica Necci)
Perry Wright (Emiliano Coltorti)
Renata Klein (Alessandra Korompay)
Ed Mackenzie (Roberto Gammino)
Bonnie Carlson (Veronica Puccio)
Nathan Carlson (Gianfranco Miranda)
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