Minerva - Entroterra



Entroterra è l'esordio dei Minerva, che fanno della varietà stilistica la loro cifra, che a volte esagerano anche, per giusta sete di dimostrare, ma non si accaniscono per così dire e spesso centrano il colpo ed è da apprezzare il coraggio con la quale la band propone i suoi brani, senza paura e voglia di qualcosa di nuovo realmente, senza scimmiottare nessuno e di andare avanti per la propria strada. Da seguire.

"Via 20": giocano sin da subito a spaziare e stupire i nostri "siamo tutti gatti scappati di casa", brano diviso letteralmente in tre parti, "spalanca le porte e bendati gli occhi"  si parte con un riff che è puro indie rock, per passare con nonchalnce a un jazzy nervoso che ammicca al blues per proseguire con sonorità rock avvolgenti.
"Amaro":  brano "punk rock" diretto che sembra quasi fare spallucce al suo stesso intro, senza paura di sporcarsi, senza dimenticare la melodia: "me lo dicevano in tanti sulla tua testa la taglia è appesa, e nonostante il coraggio non ti è mancato di rivelarti per quello che sei e per quello che fai" 
"Amante": "sapere di non avere il tempo" tensione che cresce, ritmica incalzante, che si rivela in una sorta di calderone hard funky punk rock: "lasciarsi andare alla delusione"
"Carrozza 3": il primo singolo estratto è una ballad cantilenante dal mood retrò: "non importa a me piace fare la vittima come un attrice grigia che odora  di fossa e nero catrame" che si evolve in un beat compulsivo e ancora in uno ska selvaggio
"Entroterra": "perché ci fotte solo l'illusione degli schemi e la maturità e l'attenzione, frasi fatte, il senso, una morale di carta che vive dentro me" uno dei brani più radiofonici del lotto, la title track, che parte come una ballad pop e procede per stop and go e risvolti agrodolci
"America": una sorta di musical punk, bellissima: "non ho chiesto mai nessuna certezza in cambio di qualche poesia" 
"Molecola": "immaginavo di ritornare con il mio bagaglio di nostalgia fra la distanza e la magia" ballad con innesti prog
"Aliasing": "non sono io il riflesso non sono io quella che senti ma sono l'eco tra i campi" anche in questo caso, l'attitudine prog emerge... nel senso di variazione al corpus base e l'uso dei soli di chitarra preponderante.
"Rebus": "ho scritto una canzone per te che parla di me che faccio cose stupide se penso a te" rock ballad apparentemente semplice con un testo altrettanto che dice tanto: "memorabile quel giorno di merda".
"Brem - Bow": "non vedi mai la soluzione finchè non sai che la soluzione è nascosta in te" dinamiche funky pop, per un brano che parte come una ballad vera e propria... e vive sul crescendo degli elementi.
"Veronica": "è facile così e non è da escludere di trovarsi lontano più che mai" brano sostanzialmente rock, che si dipana in momenti standard ma riusciti... a non convincere è la voce, nel senso di volume, che sembra poco presente. 
"Faso Bisfaso": "è solo che mi va solo un pò di malinconia" punk e melodia d'antan che si sposano amabilmente, anche gli elementi variano verso un rock più classico, con qualche ripetizione di troppo.

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