Tea Leoni è una splendida segretaria di Stato degli USA in “Madam Secretary”, serie della CBS nata nel
2014, che risulta un mix tra “Scandal”, “Homeland” e “The
Good Wife”, senza avere però la forza narrativa di nessuno di
questi tre. “Madam Secretary”, infatti, risulta una serie poco
coinvolgente, in cui la Leoni, che qui interpreta Elizabeth McCord,
non riesce ad essere abbastanza per uno show che risulta già visto,
poco originale e a tratti parecchio noioso. Il pubblico però ha
discretamente apprezzato la serie, che pur non avendo mai brillato in
ascolti e non avendo lasciato un segno notevole nella storia della
serialità, ha raggiunto la promozione per la terza stagione.
In
Italia va in onda su Rai Due dallo scorso 5 settembre, ogni
pomeriggio il canale ha deciso di trasmettere sia la prima che la
seconda stagione dello show che ci narra la storia di Elizabeth, ex
insegnante che un giorno verrà contattata dalla CIA – inizialmente
penserà che sia uno scherzo – per la nomina di Segretario di Stato
del Presidente degli Stati Uniti d'America. Prenderà il posto del
suo predecessore ucciso in circostanze poco chiare. E' lì che ruota
tutta la trama dello show, che fa di intrighi, misteri e risoluzione
di problemi vari - in fin dei conti stiamo sempre parlando di
procedurale - i suoi punti forti.
Inizialmente tutti comprendono che il vero motivo per il quale è stata nominata Elizabeth è tenerla a bada facilmente, pensando che la donna possa essere facilmente manovrabile. Poi si rendono conto, come nella più classica delle situazioni, che non è così e che la McCord è un cavallo di razza, pronto per affrontare chiunque le capiti sulla strada, fronteggiarlo e sconfiggerlo. All'orizzonte però si prospetta una
minaccia di morte anche per lei.
Nel cast ricordiamo: il marito di
Elizabeth, Henry, interpretato da Tim Daly - conosciuto per aver
fatto parte di “Private Practice”, spin-off di “Grey's Anatomy”
- che cerca di aiutare la moglie come può; il capo di gabinetto
della Casa Bianca, Russell Jackson (Zejiko Ivanek), in perenne
contrasto con la neo segretaria; il collaboratore di Elizabeth, Matt
Mahoney (Geoffrey Arend), che la aiuta prevalentemente per i discorsi
pubblici; il capo di gabinetto del Dipartimento di Stato, Nadine
Tolliver (Bebe Neuwirth); Daisy Grant (Patina Miller), addetta
stampa; i figli di Elizabeth e Henry, Jason (Evan Roe) e Allison
(Katherine Herzer); ed infine il Presidente degli Stati Uniti, che
qui si chiama Conrad Dalton ed ha il volto di Keith Carradine
(“Fargo”, “Dexter”).
Molti sono i personaggi secondari,
parecchi i ruoli futili, molti i punti deboli di questa narrazione
lenta. E a parte qualche guizzo qua e la, la serie, che già di per
se non è molto autentica, risulta alla fine anonima e pesante. I
complimenti vanno prevalentemente al cast sul quale non può però
ruotare una trama scarna e priva di pathos. Non sempre si può fare
di un omicidio una serie, non sempre il mistero che ruota intorno
alla morte di qualcuno attira, specialmente se non sei uno dei
creatori di “Broadchurch” o di “Scandal”. Però
sorprendentemente Barbara Hall, ideatrice dello show, è la stessa di
“Homeland”, ma purtroppo stavolta non è riuscita a ricreare le
atmosfere e la suspense del suo lavoro precedente.
Personaggi e doppiatori:
Elizabeth McCord (Claudia Catani)
Henry McCord (Massimo Rossi)
Russell Jackson (Mauro Gravina)
Nadine Tolliver (Valeria Perilli)
Matt Mahoney (Davide Albano)
Daisy Grant (Rachele Paolelli)
Conrad Dalton (Luigi La Monica)
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