Il secondo album di Losburla "Stupefacente" mette comunque un mattoncino sulla carriera del nostro, rispetto al discreto esordio di qualche anno fa, perché nel suo risultare naif quasi, c'è il coraggio di osare da apprezzare, di provare a essere anche "altro!". Non tutto è messo a fuoco a dirla tutta e di stupefacente non c'è nulla, ma c'è del buono di certo.
Lo sguardo lucido, la sua penna, appaiono più riflessivi, senza perdere il piacere di essere taglienti, pungenti, anche con se stessi, allontanandosi musicalmente parlando, da certi stilemi indie pop. La produzione di Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi, per la prima volta in queste vesti, in tal senso, verte a diversificare il corpus sonoro "con quelli che possono sembrare orpelli ma risultano essere accorgimenti, soluzioni,di estrema sostanza" che arricchiscono i brani, quasi senza accorgersene. Il risultato è un lavoro per forza di cose di transizione, in quanto più sperimentale, diverso decisamente dal Losburla de I masochisti; ma le idee non mancano, questo è sicuro, non ci sono brani al di sotto della sufficienza, manca più che altro nell'insieme una coesione che sia collettiva e quel guizzo risolutore che dà il quid a ogni singolo brano per essere appunto "Stupefacente". Discorso a parte merita "Funghi", che si staglia decisamente sopra la media e non solo di queste canzoni.
"Stupefacente": "E ti parlavo ma tu trascrivevi frasi di canzoni da twittare alla tua amica" reading funky distorto al risveglio del "sogno allucinato"
"Le promesse": "E che cosa ci possiamo fare se le promesse sono solo un modo per rimandare" arioso brano pop, dai cambiamenti ritmici e dagli inserti di chitarra elettrica nella parte finale: "io non parlo per volerti conquistare io parlo perché ho voglia di parlare"
"Specchi": "mentre canti e scrivi non dimenticarti che le bollette prima o poi le dovrai pagare te" un confronto con se stesso, il nostro non ha paura di "cantarsele in faccia", piacciono l'aggressività ancora una volta della chitarra elettrica unita all'arrangiamento che alterna fasi più lente e più d'assalto all'arma bianca
"Il tuo cane veste Prada": parte rockeggiante per poi rallentare (dinamiche grunge verrebbe da dire), come se la coscienza prendesse il sopravvento, sempre con la dovuta ironia mista a tristezza alcolica.. "e tua madre è in casa e prega mentre tu spendi i suoi soldi a Praga, tuo fratello non va più a scuola mentre il tuo cane veste Prada"
"Biondino": "leggero come il tempo nei bagni del liceo ti sei scelto il tuo viaggio e che fosse solo tuo" dedica a un amico musicista scomparso, in lo fi, nella parte iniziale a far risaltare l'intimità del pezzo, che arriva "e nulla conta molto se non il fatto che esisti"
"Funghi": "il cervello sul comodino e troppa coca da pippare" new wawe e canzonetta anni '60 messe insieme in maniera ottimale, con pause opportunamente "disturbanti", vero e proprio apice dell'album: "un lavoro vero non l'hai mai cercato, lavati hai ancora la terra sulle mani, di quando hai raccolto i funghi coi tuoi amici strani"
"Ferite": "vorrei fare una canzone che parla di ferite che non si rimarginano" acustico, sembra un incrocio tra Dente e Federico Fiumani "ha scoperto che essere giusti non è sempre la cosa giusta da fare"
"Tutti uguali": "vodka di marca ti cade il bicchiere soffiati il naso e poi fatti vedere" piace per la varietà dell'arrangiamento che mette insieme letteralmente diversi stati d'animo, racconto di un live dove l'umanità varia è sotto gli occhi del nostro e dove non si salva nessuno
"Un modo per dirtelo": "e poi il mio tempo se fossi io solo sarebbe buttato via... senza di te" mood decisamente anni 60, delicata e cantilenante, dichiarazione d'amore
"I cittadini sono liberi": "il coraggio di rischiare che si scioglie nel bicchiere con la mia faccia sempre uguale a una maschera" psichedelica che procede tra parti lievemente distorte e altre dove i toni tornano normali per così dire, solenne e suggestiva nell'incedere marziale
"Ti ho vista in piazza": i Truzzi Broders, storica punk band, rifatta nel suo brano più famoso in acustico, in un "live per pochi amici" ma che ci sta benissimo in un disco come questo: "aggrapparsi alla vita per non lasciarla più scappare"
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