Tratta dalla saga letteraria poliziesca
di Michael Connelly: “La bionda di cemento”, “La città delle
ossa” e “Il cerchio del lupo”, la serie "Bosch" prende il nome dal
protagonista dei romanzi appena elencati: Harry Bosch. La prima
stagione quindi si ispira ai primi tre capitoli della storia narrata
da Connelly che appassiona milioni di lettori nel mondo, la seconda
invece prende spunto da altri tre romanzi: “L'ombra del coyote”,
“Musica dura” e “La caduta”. Il Pilot si apre con una fuga.
Bosch, qui interpretato in maniera eccellente da Titus Welliver, e il
suo partner Jerry Edgar (Jamie Hector) inseguono un sospettato tra le
stradine cupe di Los Angeles, ma raggiunto il soggetto, Bosch, come
da copione, gli intima di alzare le braccia, ma il sospettato fa un
gesto, come per prendere qualcosa all'interno del giubbotto che
lascia intendere al poliziotto che sia in procinto di estrarre una
pistola, quindi senza pensarci, Bosch spara. La famiglia del soggetto
ucciso lo denuncia per omicidio colposo. Il processo accompagnerà
Bosch per i primi episodi della prima stagione, per poi uscirne quasi
indenne. Nel frattempo però non si ferma il suo lavoro e Bosch
diventerà ossessionato dal ritrovamento dello scheletro di un
bambino, un ragazzino scomparso nel lontano 1989.
Nel frattempo, un
uomo viene fermato dalla polizia e nel suo furgone viene ritrovato un
cadavere. L'uomo in questione è Raynard Waits (Jason Gedrick), un
serial killer che ha ucciso centinaia di uomini, e si addossa la
colpa anche dell'omicidio del bambino. Facendo un accordo con la
polizia di Los Angeles, l'uomo porta gli agenti nel luogo dove ha
seppellito altre vittime, ma arrivato sul posto riesce a scappare e
nel periodo di “libertà” mieterà nuove vittime. In un
concatenarsi di eventi, la prima stagione composta da 10 episodi,
fila liscia come l'olio, senza grossi intoppi, anche se qui e là
risulta un po' monotona, malgrado la bravura di un cast, punto di
forza di una serie interessante, ma non brillante.
Da ricordare
anche: Julia Brasher (Annie Wersching), collega di Bosch, con la
quale l'uomo instaura un rapporto intimo; la figlia di Bosch, Maddie,
con cui l'uomo cerca di ricostruire un rapporto corroso nel tempo, a
causa del suo lavoro che l'ha portato a separarsi dalla moglie e a
stare lontano dalla figlia; il capo della polizia Irvin Irving (Lance
Reddick), che con i suoi giochi politici è sempre sul piede di
guerra col protagonista, molto più pratico e che non ama i rapporti
con i giornalisti; ed infine Rick O'Shea (Steven Culp), candidato
procuratore distrettuale.
“Bosch”, voluta fortemente dalla Amazon
Studios, è una serie che ripercorre i successi di molti altri crime
suoi predecessori, stessi schemi, stessi ruoli, con un protagonista
allergico alle regole e con un passato turbolento che l'ha portato ad
oggi ad essere parecchio incline alla violenza, con una famiglia
disastrata alle spalle e con un gruppo ben fornito di personaggi che
sanno comunque di già visto. Nulla di nuovo quindi all'orizzonte.
“Bosch” di certo non vuole essere una novità nel mondo del
poliziesco statunitense, ricordando l'inglese “Luther”, senza
però essere pungente e accattivante come il meraviglioso poliziotto
interpretato da Idris Elba. Tutto sommato la serie scorre bene, senza
azzardare e senza guizzi particolari, anzi, di tanto in tanto magari
con qualche momento un po' sottotono, ma i 10 episodi sono il numero
perfetto per iniziare e finire la storia, senza lasciare aperte molte
porte, per la verità la serie avrebbe potuto concludersi proprio
qui, ma la Amazon ha rinnovato la serie per altre due stagioni, la
prima delle quali messa online l'11 marzo scorso. Plauso a parte va
allo riuscitissimo doppiaggio italiano.
Personaggi e doppiatori:
Harry Bosch (Francesco Prando)
Jerry Edgar (Marco Vivio)
Irvin Irving (Roberto Draghetti)
Julia Brasher (Francesca Fiorentini)
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