L'atteso spin-off di “Breaking Bad” è arrivato anche in
Italia grazie sempre alla Netflix. “Better Call Saul”, che è sia un prequel che
un sequel, non ha però il fascino del suo predecessore, pur essendo stata
ideata da Vince Gilligan e Peter Gould, gli stessi della serie madre. E'
giusto ricordare che la serie ha un cast brillante ed una regia perfetta, ma
“Breaking Bad” aveva un incipit ed una sceneggiatura incredibili, spiazzanti,
dal primo all'ultimo episodio, tutte le 5 stagioni furono di un livello
assolutamente sublime.
Lo spin-off ci parla della vita dell'avvocato di Walter
White, quel Walter White che ha portato all'attore che lo interpretava, Bryan
Cranston, decine di premi, tutti legittimi. Bob Odenkirk che prestava allora e
presta tutt'oggi il volto a Saul Goodman, è anch'esso un eccellente attore,
nominato già sia agli Emmy che ai Golden Globe per il ruolo in questione, ma un
attore o un cast non possono fare una serie. La AMC ha messo in onda la serie
l'8 febbraio 2015, a cui ne è seguita una seconda, già rinnovata per una terza
stagione, con un discreto successo di pubblico, ma soprattutto di critica.
Ci
troviamo in Omaha, Nebraska, due anni dopo gli ultimi avvenimenti narrati in
“Breaking Bad”, dove Saul Goodman si è messo a fare il panettiere con un'altra
identità, per non essere rintracciato dalla polizia. Vive una vita solitaria,
tra un lavoro ripetitivo e deteriorante per l'anima e una catapecchia in cui vive
riguardando i vecchi filmati di quando era un avvocato all'apice del successo.
Da lì parte la storia di “Better Call Saul”, e da lì in poi torniamo indietro
nel tempo per scoprire com'è stata la vita di un uomo che ha vissuto tra alti e
bassi senza mai mollare la presa.
Il più della storia quindi viene narrata con
uno sguardo al passato, a quando Saul non era ancora Saul, ed aveva ancora il
suo nome legale, James McGill, con cui cercava di affermarsi come avvocato
penalista, tra litigi al casello del posteggio del tribunale ed un fratello
affetto da agorafobia. Inizieremo a conosce anche un altro personaggio
congiunto già alla serie precedente, Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), il casellante del parcheggio del tribunale che litiga continuamente con
James, che nella sua vita è stato anche un agente di polizia, ma che in realtà
noi sappiamo essere un sicario e trafficante di droga. Da ricordare nel cast
anche: Kim Wexler (Rhea Seehorn), avvocato della HHM, amica intima di Jimmy,
Howard Hamlin (Patrick Fabian), socio del medesimo studio legale e Chuck McGill
(Michael McKean), fratello di Jimmy.
Certo, l'attenzione di “Better Call Saul”
è giustamente data da “Breaking Bad”, probabilmente senza un predecessore di
questo calibro, la serie non avrebbe riscosso lo stesso successo. Molti la
classificano tra le serie migliori degli ultimi anni, per quel che ci riguarda
ci aspettavamo una narrazione più veloce, anche se effettivamente essere al
passo con “Breaking Bad” risultava praticamente impossibile. Pur essendo
soltanto 10 gli episodi della prima stagione, la serie risulta a tratti
ripetitiva e altalenante, vibrante soltanto nei momenti di incontro tra Mike e
Jimmy ed in poche altre occasioni.
Ripetiamo che saremmo ovviamente dei pazzi
se bocciassimo una serie come “Better Call Saul”, perché è una serie
qualitativamente di un certo livello, ma è inammissibile per noi non guardare a
quei cinque anni passati insieme a Walter White e Jesse Pinkman (Aaron Paul), a
quel professore di chimica malato di cancro che si reinventa una nuova
esistenza e diviene il più geniale spacciatore di anfetamine mai esistito nel
mondo telefilmico. E sempre guardandoci alle spalle, “Better Call Saul” non ci può
che lasciare un po' perplessi e abbastanza delusi.
Personaggi e doppiatori:
Jimmy McGill/Saul Goodman (Pasquale Anselmo)
Mike Ehrmantraut (Stefano Mondini)
Kim Wexler (Laura Romano)
Howard Hamlin (Tony Sansone)
Chuck McGill (Gianni Giuliano)
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