"Pop-Up" di "Luca Carboni" è il miglior disco del nostro da tempi immemori di "Carovane e Quanti Colori", nonostante a livello di singoli, "Luca" è sempre lo stesso, e nel corso degli anni non ci ha mai annoiato e "Fare le valigie" insieme a lui è sempre un piacere. "Pop-Up" rispetto ai precedenti episodi del Carboni pensiero si staglia di una spanna abbondante sopra, con estremo piacere, perchè è bello parlare di un disco comunque coeso, di un autore che oltre che di mestiere va giù forte con argomenti nuovi ed efficaci, pur nella maniera più semplice: "Inventiamo canzoni d'amore anche rischiando d'esser banali" pur recuperando il sound '80 che va tanto di moda, ma ci vogliono le canzoni comunque, che ci sono tra questi solchi, che non fanno il verso a..., che vanno oltre il sentimento amoroso e lo scandagliano come si deve, che hanno pure tutti i limiti del caso, ci mancherebbe, ma stiamo parlando di un disco di Luca Carboni che non faceva un disco da Luca Carboni da anni... siamo contenti. C'è da dire che a collaborare con Carboni sono Manuele Fusaroli, Dario Faini e Tommaso Paradiso dei "The Giornalisti", l'autore Alessandro Raina, Matteo Buzzanca, i musicisti Christian Rigano e Antonello D’Urso ed il produttore Michele Canova.
"Luca lo stesso": "Due ragazzi che si amano e vorrei fossimo ancora così stupidi amami ancora adesso sono sempre Luca lo stesso" ritmiche in levare, gusto pop anni '80, decisamente orecchiabile, con tanto di parlato ritmato finale... un rimando a Prevert.
"Milano": "Spesso mi chiedo perchè sto a raccontare i cazzi miei alla gente", "tra Lucio Dalla e Gli Autobus di Notte", è una ballad pop intensa scritta da Manuele Fusaroli, ben strutturata, con un testo di spessore in più frangenti: "Che cosa penserai di me adesso che non ci sei più adesso che mi guardi dalle nuvole". Il disco di Carboni va detto, è stato registrato tra Milano e Los Angeles.
"Bologna è una regola": "Mi ricordo l'estate in cui ti ho promesso che sarei cambiato ma non ricordo più come si fa", pop dance malinconico e suggestivo con un altro bel testo.
"La nostra strada": "E' stata sempre un filo, da sempre sopra a un filo io e te, danzare sopra un filo con te", come sopra, ritmicamente e melodicamente accattivante ma manca il guizzo per così dire, procede abbastanza piatta, anche se il brano non dispiace di certo.
"Chiedo scusa": "Al mondo se non lo cambierò" figlio di un "Mondo" di tanti anni fa, è un brano a due facce con la strofa sofferta alla Carboni col ritornello che si apre improvviso che diventa subito complice, un inno alla tolleranza, alla vita, con un testo notevole: "Alla gioia se ne approfitto un pò alle grandi domande se non risponderò alla verità se non risponderò chiedo scusa all'amore che io do per scontato ai senzatetto al freddo mentre io dormo beato".
"Dio in cosa crede": "C'è quello che c'è ma non si vede mai", vale il discorso fatto per "La nostra strada", gli anni '80 sono il riferimento, più interessante a livello di sonorità, la vena melodica è ben presente, ma il risultato in questi casi dipende dal testo, che è si onesto, ma non spicca.
"Tanto tantissimo": "Più che di regole e di educazione e anche di favole c'è bisogno di tanto, tantissimo amore" cercando di calare atmosfere alla Manu Chao in risvolti pop troppo leggeri che finiscono col cozzare inevitabilmente che anche il testo, si perde.
"10 minuti": "Potrei convincerti di qualche cosa e abbracciare ancora nuovi ideali", leggerezza funky, profondità di pensiero, intenti e domande, vestiti opportunamente retrò, una delle tracce più riuscite: "Chiedere a Dio se come nel basket puoi usufruire di un time out"
"Happy": "E non so perchè ci si innamora" pop song d'antan, come lo stile dell'album impone, prevedibile nel suo svolgimento ma comunque piacevole: "Odio i confini nazionali odio la loro sacralità odio davvero anche i regali ma io amo te"
"Epico": "E a volte non mi faccio trovare dal tempo che mi vuole contare", ti da quasi la sensazione di un fantastico ritornello rap, ma la canzone c'è tutta, ed è metropolitana, avvolgente, intensa.
"Invincibili": ninna nanna al pianoforte, evocativa: "Così cantiamo canzoni d'amore anche stonando e sbagliando parole"... citando lo Stefano Benni di "Comici spaventati guerrieri".
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