Coprodotta da Stati Uniti e Canada, "Haven" è una
serie fantasy, tratta dal romanzo di Stephen King "The Colorado Kid"
- ultimamente il maestro King va molto di moda nella tv oltreoceano - che ci
racconta la storia di un piccolo paesino del Maine dove succedono tante cose
strane. L'FBI arriva in città col volto di una bella donna, Audrey Parker
(Emily Rose), per indagare su un evasione. Al suo arrivo conoscerà Nathan
Wuornos (Lucas Bryant), agente di polizia del luogo, figlio dello sceriffo
Garland (Nicholas Campbell). Ovviamente il caso non sarà uno soltanto e la
nostra eroina sarà costretta a restare per un altro caso e poi per un altro
ancora, calamitata dall'eccentricità del luogo e dal mistero che si aggira per
le vie di Haven.
Lo stesso Nathan è affetto da uno di questi
"problemi" che angoscia quasi tutti gli abitanti del luogo, Nathan
infatti è in grado di non sentire alcun dolore ed ovviamente questo lo porta a
trovarsi spesso in situazioni molto pericolose. Sarà Audrey a scoprire che
questi problemi esistevano già decine di anni prima, quindi cosa è successo?
Come mai dopo anni sereni e tranquilli ci si ritrova di nuovo a combattere col
soprannaturale? A quanto pare tutto sembra collegato con l'arrivo di Audrey in
città, la trama si infittisce quando quest'ultima scopre una foto del 1983, dove
appare una Audrey di allora che tiene per mano un bambino, che è identica a
quella di 30 anni dopo.
Lei scoprirà che la foto riguarda il "caso
Colorado Kid" inerente al ritrovamento di un cadavere sulla costa e che la
donna nella foto si chiamava Lucy Ripley ed era apparsa in città nel momento in
cui sono affiorati gli stessi enigmi di oggi. Chi è la donna nella foto? La
vera madre di Audrey? Sarà una casualità? E come mai sta accadendo tutto di
nuovo, come in un flash-back, proprio quando una donna con le stesse sembianze
arriva in città? Questo il caso principale che avvolge tutta la serie e si
interseca con i casi "secondari" che, come nei consueti procedurali,
nascono e si risolvono nel corso dei vari episodi. In tutto questo intercalarsi
di dilemmi vari, di mistero e di illegalità, nasce un'amicizia tra Audrey e
Duke Crocker (Eric Balfour), trafficante che vive su una barca. Quest'ultimo è
spesso legato ai vari casi e non sembra una coincidenza.
Tra l'altro essendo un
galeotto invischiato in diversi traffici loschi nella città, è quindi spesso in
contrasto con Nathan. Questo crea una specie di triangolo che non si sa bene
dove porterà. Da sottolineare che durante la seconda stagione approderà in quel
di Haven anche una nostra vecchia conoscenza telefilmica: Jason Priestley
(Brandon di "Beverly Hills 90210") che per 4 episodi interpreterà
Chris Brody, un biologo marino anch'esso con un problemuccio rilevante:
chiunque stia in contatto con lui se ne innamora. Unica immune ovviamente la
nostra Audrey, e proprio per questo Chris sarà attratto da lei a tal punto che
i due avranno una breve ma intensa relazione.
La serie è buona, anche se in
qualche episodio risulta un po' lenta. Belle le location, girata in Nuova
Scozia e lungo la costa del Canada, la serie risulta affascinante e intrigante
grazie soprattutto all'ambientazione tetra e quasi surreale. Diciamo che le
scenografie compensano una carenza recitativa notevole, perché il cast non è
granché e questo incide inevitabilmente sulla sceneggiatura. Forse proprio la
Rose e Bryant sono quelli che risultano meno adatti al ruolo. Sam Ernst e Jim
Dunn si uniscono a Stephen King, per la Showcase (Canada) e la SyFy (Stati
Uniti), e scrivono questo buon prodotto seriale dai risvolti thriller e dalle
chiare sonorità fantasy, che incuriosisce ma non appassiona come dovrebbe,
perché dopo le prime due stagioni si comincia a cadere inevitabilmente,
malgrado la trama non sia per nulla banale, in quel baratro di noia che affoga
tutto e tutti.
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