E' così lontano da noi il mondo di "Empire" che con
tutta sincerità non possiamo comprenderne l'immenso successo che sta avendo
negli States. Raiting di oltre 5 punti, cifre che ormai difficilmente si
riescono a raggiungere a meno che non ti chiami "The Walking Dead" o
"Game of Thrones". Eppure "Empire" sta convincendo (quasi)
tutti, pubblico e critica. Dietro le quinte Lee Daniels e Danny Strong,
entrambi produttori di "The Butler", Strong ha fatto anche l'attore,
tra le sue apparizioni più ricordate quelle in "Buffy,
l'ammazzavampiri". Tornando allo show in questione, forse la forza di
"Empire" sta nella colonna sonora scritta niente popò di meno che da
Timbaland in collaborazione con Jim Beanz, che creano brani originali da far
cantare ai protagonisti, perché "Empire" è un music-drama, che ci fa
inoltrare nel mondo dell'hip-hop, ed è proprio questo il motivo principale del
successo della serie, anche se a conti fatti non siamo poi così distanti dal
mondo di "Nashville".
Là si parla di musica country, qua di rap, là
ci sono drammi a mai finire, qua pure. Gli eventi si svolgono prevalentemente
nell'Empire Enterprises, società messa in piedi dal nulla da Lucious Lyon
(Terrence Howard) e divenuta una delle case di produzioni più importanti del
mondo. Lucious è un ex spacciatore, ex marito, ex talento della musica
internazionale. Ha tutto il mondo della musica ai suoi piedi e tutto il denaro
che da giovane avrebbe potuto solo sognare, però scopre di essere affetto dalla
Sla, malattia incurabile e debilitante. I medici gli comunicano che gli restano
solo tre anni di vita. Ed ora ha un solo scopo nella vita, capire a chi
affidare la sua società prima di morire.
Chi dei suoi tre figli può gestirla
nel migliore dei modi? Il più grande, Andre, lavora da sempre come direttore
finanziario all'Empire ed è l'unico dei tre a non ambire al successo, sposato
con Rhonda (Kaitlin Doubleday), un'arrampicatrice sociale di prima categoria,
Andre è affetto da bipolarismo, tanto per non farci mancare niente. Il
secondogenito è Jamal (Jussie Smollett), cantante gay, in perenne contrasto col
padre che considera la sua omosessualità come un disagio, una vergogna ed un
ostacolo per il successo, non è accettabile un gay di colore nel mondo hip-hop.
Quando da bambino si travestiva da donna il padre lo sgridava, lo prendeva in
braccio e lo buttava dentro il cassonetto dell'immondizia fuori casa.
Infine
c'è il più piccolo ed il più scapestrato del trio: Hakeem (Bryshere Y. Gray),
bulletto viziato e convinto di essere il migliore, ed anche per questo è il
prediletto di Lucious. Ma, con oggettività, Jamal è quello con più talento tra
i due. Tutto si complica quando esce di prigione Cookie, interpretata da Taraji
P. Henson, il detective Joss Carter di "Person of Interest". Cookie è
l'ex moglie di Lucious, e pretende la sua parte di compagnia, visto che a
quanto dice ha contribuito alla costruzione dell'Empire tanto quanto Lucious.
Ovviamente è in perenne contrasto con la nuova compagna di quest'ultimo, Anika
Calhoun (Grace Gealey). A gestire tutto, sia il reparto lavorativo che quello
personale di Lucious c'è Vernon Turner (Malik Yoba), suo amico di vecchia data
e socio.
Continui flash-back ci riportano a quando Lucious ancora giovane si
avvicinava alla musica, ma non viveva ancora nel lusso di oggi, viveva per la
"strada", in quella stessa strada da cui arriva l'hip hop, la musica
che appartiene a chi ha voglia di rivalsa, voglia di farcela a tutti i costi.
E' bello vedere il contrasto tra i due mondi, il passato ed il presente, la
povertà e la ricchezza, senza dimenticare la musica, unica vera protagonista
che si mischia perfettamente con la trama di base, alle volte un po' troppo
pregna di avvenimenti: bella l'idea del figlio bipolare, meno quella del figlio
gay e di quello "testa calda" ed evitabile lo scontro
"musicale" tra i fratelli Jamal e Hakeem. Ma, in fin dei conti, tutto
fa brodo, e nel calderone ci sta bene anche un po' di sano "già
visto". Ad accrescere la qualità della serie sono le guest star: da Naomi
Campbell, a Courtney Love, da Macy Gray a Jennifer Hudson, fino ad arrivare a
Cuba Gooding Jr. Insomma un cast variegato e decisamente di un certo livello
unito a Timbaland fanno il successo di "Empire".
Di certo però ci
stupiamo degli ascolti, perché non ci troviamo di fronte a chissà quale originalità
e di certo una serie come "Empire" qui in Italia difficilmente
potrebbe trovare ammiratori. Ricordiamoci che loro hanno: Eminem, Snoop Dogg,
50 cent, Akon, Ne-Yo, Timbaland per l'appunto, noi siamo fermi a J-Ax, Fedez,
Emis Killa, Mondo Marcio, Fabri Fibra e Moreno, che per carità, hanno il loro
seguito ed i loro testi "impegnati" in alcuni casi, ma diciamoci la
verità, siamo ben lontani dal ritmo, dalla maestria e dalla voglia di dire
realmente qualcosa che è innata nei rapper statunitensi. Che dire quindi in
conclusione, di certo non è una serie da buttare ma nemmeno il capolavoro che
ci aspettavamo visti i risultati di pubblico, ma è anche una serie per gli
amanti del genere, rivolta a coloro a cui piacciono le saghe familiari stile
"Beautiful", ma
ricorda anche molto "Dynasty" e "Dallas", unendo il tutto,
tra una litigata ed un altra, tra una sparatoria e una notte di sesso, alla
buona musica originale, stile "Smash" o "Nashville", che
allieta per fortuna il tutto.
Personaggi e doppiatori:
Lucious Lyon (Andrea Lavagnino)
Cookie Lyon (Laura Lenghi)
Andre Lyon (Stefano Crescentini)
Jamal Lyon (Davide Perino)
Hakeem Lyon (Alessio Puccio)
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