"Viviamo nell'unico posto
nella terra che ci può garantire una vita tranquilla". Le ultime parole
famose. Perché in "Fortitude" non si vive di certo
"tranquillamente". Basta un niente per sconvolgere la normale routine
di un piccolo sobborgo dell'Artico. Si parte da un omicidio e l'arrivo di un
esperto forense farà uscire fuori tutti gli altarini celati dietro i falsi sorrisi
dei concittadini. Un po' come in "Fargo", anche in
"Fortitude" si gioca mixando ghiaccio e sangue. 713 sono gli
abitanti, per lo più operai e scienziati (che ci vuoi trovare in una cittadina
dell'Artico?). A Fortitude, questo il nome del luogo, che da anche il titolo
alla serie, non è mai successo niente, a parte qualche orso polare che di tanto
in tanto attacca la popolazione, ma per il resto si è sempre vissuto nel
rispetto e nella legalità, o almeno così pensavano tutti.
Un omicidio
ovviamente stravolge la routine, soprattutto se poi alla Polizia locale,
palesemente incapace nello svolgere indagini di questo tipo, viene affiancato
il capo della Polizia britannica ed ex agente dell'FBI, Eugene Morton,
interpretato da un eccellente Stanley Tucci ("Amabili Resti",
"Hunger Games", "Winchell", "Conspiracy") che
aiuterà l'agente locale Dan Anderssen (Richard Dormer) a districarsi in questo
mondo sconosciuto. Tra i personaggi principali dobbiamo ricordare anche: Hidur
Odegard (Sofie Grabol), subdola governatrice di Fortitude, che vorrebbe
costruire un lussuoso hotel nel posto, Charlie Stoddart (Christopher
Eccleston), professore del centro di ricerca, Henry Tyson (Michael Gambon),
fotografo, malato di cancro, Elena Donnelly (Veronica Echegui), da poco
trasferitasi in città, con un torbido passato da tenere ben nascosto, ed infine
Vincent Rattrey (Luke Treadaway), scienziato del centro.
"Fortitude"
è una serie di tutto rispetto, oltre ad avere un cast eccellente ed un ottima
regia, targata Sam Miller ("Ossessione omicida",
"Krakatoa"), la cosa che da maggiore forza al tutto è la location,
funzionali i contrasti di luce in un mondo sconosciuto ai più come quello
dell'Artico. Creata da Simon Donald e composta da 12 episodi, costata 25
milioni di sterline, è la serie britannica più costosa di sempre,
"Fortitude", ha la particolarità di non essere prodotta solo dalla
britannica Sky Atlantic - che infatti la manda in onda in contemporanea anche in Italia - ma anche dalla casa di produzione statunitense Pivot.
Dicevamo della location. Le riprese sono state effettuate tra
Londra e l'Islanda, che in qualche modo sostituisce degnamente
"l'Artico". A sottolineare, se ce ne fosse bisogno, la qualità di
"Fortitude", basterebbe dire che dietro le quinte c'è la production
designer di "Game of Thrones", Gemma Jackson, già vincitrice di due
Emmy e candidata al premio Oscar per "Neverland". Gli orsi polari che
si vedono nel telefilm e che sono anche loro in qualche modo co-protagonisti -
ad un certo punto si viene a sapere che ci sono circa tre mila orsi che
gironzolano nei dintorni di Fortitude, contro i 713 abitanti - sono in realtà
meccanici. C'è voluto un bel po' di tempo per creare questa numerosa famiglia
"polare". E' vero che ormai negli ultimi anni ci hanno abituati alle
comunità isolate, a parte quelli già suddetti, ricordiamo anche:
"Lilyhammer", "Broadchurch", o, perché no,
"Lost", ma il contesto qui è diverso, più affascinante, anche perché
la vittima non ci viene mostrata subito, ma a piccoli passi, delineandoci prima
di tutto le relazioni, i misteri ed i collegamenti che ci porteranno a quel
finale tanto atteso.
Il tutto si gioca sui meccanismi del ghiaccio che rende
tutto immobile, trasparente e silenzioso, in contrasto con i "rumori" sinistri e la
crudeltà dell'omicidio, come se la neve creasse un velo che racchiude in se gli
"scheletri nell'armadio", che stavolta non sono soltanto metaforici,
visto che nel corso della stagione si scopriranno anche dei resti di un Mammut. E con queste premesse è facile pensare che "Fortitude" riesca a
tenere botta per tutta la prima stagione, con qualche calo di tensione qua e
là, perdendosi nella consueta lentezza che un po' tutti i thriller di questo
genere possiedono, ma tenendo ben salda la concentrazione su di se. E per
fortuna che c'è la Sky, che ci fa vivere dei bei momenti seriali, in contrasto
perenne con la bassa, a volte anche pessima qualità della nostra tv generalista
Rai e Mediaset.
Personaggi e doppiatori:
Dan Anderssen (Massimo Bitossi)
Eugene Morton (Luca Biagini)
Charlie Stoddart (Francesco Prando)
Hildue Odegard (Laura Lenghi)
Henry Tyson (Bruno Alessandro)
Eelena Donnelly (Francesca
Fiorentini)
Vincent Rattrey (Emiliano Coltorti)
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