Un inno alla libertà, che in fondo "è un concetto semplice" a prendere tutto con la dovuta leggerezza, ma anche un invito a rischiare, ad andare avanti, a mettersi in gioco una volta per tutte che se no è "Un pò come avere dischi nuovi e poca voglia di ballare e quanto è strano lo stupore, non ci pensi eppure guardi fuori e tutto è distante". "Naif", è l'album che "volevamo" da un talento come Malika Ayane, è l'ideale continuazione di "Ricreazione" un gioco ironico e divertito che assembla testi e sotto testi, sul significato del tempo, tra sentimenti, relazioni, punti di vista, con ironia e lucidità... e la sua voce, regina, eppur duttile e sempre diversa e dannatamente sempre a suo agio nella varietà di toni e sfumature, dove si sente, che c'è il suo essere "in gioco" e che "si diverte", sul serio... Nella maniera e nei modi più semplici, senza sovrastrutture di sorta o preziosismi vani, grazie anche alla produzione di Axel Reinemer e Stefan Leisering dei Jazzanova, è tutta essenza Malika, che non si risparmia, ci mette energia, faccia tosta e tanta voglia di osare, ma è funzionale ai brani, non eccede, si percepisce sin dalla splendida "Lentissimo" che non ne ha alcuna intenzione: "che i limiti lo vedi ci son solo se vogliamo averne, basta parlare per complimenti, prova a stupirmi" minimal e sbarazzina, con un testo fantastico e ottime armonie melodiche, intima e complice, "senza peso" e appunto "naif": "promettimi l'immenso giuro che sarà perfetto, che non m'importerà se poco a poco si consuma, l'attimo che conta è quello che permette di sognare ora". Bellissima e indicativa del significato complessivo dell'album stesso, anche forse più di "Adesso e quì (Nostalgico presente)": "silenzi per cena, conoscersi, lasciarsi le mani, non è quello che ci spetta, ne buoni ne baci per strada, adesso e qui, nostalgico presente, non desiderare, lascia che non esista mai" il brano presentato a Sanremo che è di certo una buona canzone, più inerente alla manifestazione che fa il paio con la "Vivere" di Vasco, inserita giustamente nell'album, coi suoi archi immaginifici... incantevole. "Senza fare sul serio": "e chi guarda le nuvole e chi aspetta il telefono chi ti risponde sempre però chi non sa dire di no", latina e ballabile, con gli arpeggi di chitarra in evidenza senza eccedere nella componente ritmica, un mix pop irresistibile nel rifiutare gli stilemi più consueti, ovvero il non accentuare l'aspetto radiofonico del brano: "tu non lo sai come vorrei ridurre tutto a un giorno di sole tu non lo sai come vorrei poter guardare indietro senza fare sul serio come vorrei distrarmi e ridere". Si prosegue con "Tempesta": "libertà è sembrar temibile come un vulcano addormentato che sia per sempre un giorno solo un attimo che sembri un pericolo che sia per scherzo sbaglio o per miracolo purchè sia tempesta" scarna, essenziale, eppur travolgente nel suo incedere ritmico, con belle immagini, persino poetiche. "Blu": "facci caso dall'alto la terra dall'alto è blu ma quello che vedi tu è solo un abisso blu e se non ti piace più" divertente e divertita, è un brano pop fresco, ampiamente godibile. "Ansia di felicità (Sonntag Living)": "chissà se un giorno passerà quest'ansia da felicità chissà che non torni la voglia di perdersi" melodia ariosa e circolare per un incedere opportunamente sospeso. "Cose che ho capito di me": "Senza amore so vivere, ma non ci devi credere" elogio dei contrasti e rifiuti dei luoghi comuni con la chitarra a punteggiare, per ritmiche in levare: "Non è detto che sia la notte a portar consiglio, ho un biglietto dentro un biscotto, non ti presto l'ultimo sbaglio che è rimasto, lascio il vento, soffiami dentro". " Dimentica domani": "quel che serva è già intorno e ti pretende adesso" un incedere marziale, dal sapore epico nel suo dipanarsi: "qua scricchiola tutto intorno a noi ogni incertezza tu o mii va via non sembra più un pericolo" che "si spezza" e sembra rilasciarsi alla dolcezza in "Non detto": "però prendi la mia vita e la raccogli per vedere pezzo a pezzo cosa c'è" morbida e sinuosa. "Chiedimi se": sorniona e complice, adorabile, decisamente "Naif": "che soluzioni aspetto se io cerco me stessa e tu pensi a un rubinetto, chiedimi se... o lascia com'è".
Un inno alla libertà, che in fondo "è un concetto semplice" a prendere tutto con la dovuta leggerezza, ma anche un invito a rischiare, ad andare avanti, a mettersi in gioco una volta per tutte che se no è "Un pò come avere dischi nuovi e poca voglia di ballare e quanto è strano lo stupore, non ci pensi eppure guardi fuori e tutto è distante". "Naif", è l'album che "volevamo" da un talento come Malika Ayane, è l'ideale continuazione di "Ricreazione" un gioco ironico e divertito che assembla testi e sotto testi, sul significato del tempo, tra sentimenti, relazioni, punti di vista, con ironia e lucidità... e la sua voce, regina, eppur duttile e sempre diversa e dannatamente sempre a suo agio nella varietà di toni e sfumature, dove si sente, che c'è il suo essere "in gioco" e che "si diverte", sul serio... Nella maniera e nei modi più semplici, senza sovrastrutture di sorta o preziosismi vani, grazie anche alla produzione di Axel Reinemer e Stefan Leisering dei Jazzanova, è tutta essenza Malika, che non si risparmia, ci mette energia, faccia tosta e tanta voglia di osare, ma è funzionale ai brani, non eccede, si percepisce sin dalla splendida "Lentissimo" che non ne ha alcuna intenzione: "che i limiti lo vedi ci son solo se vogliamo averne, basta parlare per complimenti, prova a stupirmi" minimal e sbarazzina, con un testo fantastico e ottime armonie melodiche, intima e complice, "senza peso" e appunto "naif": "promettimi l'immenso giuro che sarà perfetto, che non m'importerà se poco a poco si consuma, l'attimo che conta è quello che permette di sognare ora". Bellissima e indicativa del significato complessivo dell'album stesso, anche forse più di "Adesso e quì (Nostalgico presente)": "silenzi per cena, conoscersi, lasciarsi le mani, non è quello che ci spetta, ne buoni ne baci per strada, adesso e qui, nostalgico presente, non desiderare, lascia che non esista mai" il brano presentato a Sanremo che è di certo una buona canzone, più inerente alla manifestazione che fa il paio con la "Vivere" di Vasco, inserita giustamente nell'album, coi suoi archi immaginifici... incantevole. "Senza fare sul serio": "e chi guarda le nuvole e chi aspetta il telefono chi ti risponde sempre però chi non sa dire di no", latina e ballabile, con gli arpeggi di chitarra in evidenza senza eccedere nella componente ritmica, un mix pop irresistibile nel rifiutare gli stilemi più consueti, ovvero il non accentuare l'aspetto radiofonico del brano: "tu non lo sai come vorrei ridurre tutto a un giorno di sole tu non lo sai come vorrei poter guardare indietro senza fare sul serio come vorrei distrarmi e ridere". Si prosegue con "Tempesta": "libertà è sembrar temibile come un vulcano addormentato che sia per sempre un giorno solo un attimo che sembri un pericolo che sia per scherzo sbaglio o per miracolo purchè sia tempesta" scarna, essenziale, eppur travolgente nel suo incedere ritmico, con belle immagini, persino poetiche. "Blu": "facci caso dall'alto la terra dall'alto è blu ma quello che vedi tu è solo un abisso blu e se non ti piace più" divertente e divertita, è un brano pop fresco, ampiamente godibile. "Ansia di felicità (Sonntag Living)": "chissà se un giorno passerà quest'ansia da felicità chissà che non torni la voglia di perdersi" melodia ariosa e circolare per un incedere opportunamente sospeso. "Cose che ho capito di me": "Senza amore so vivere, ma non ci devi credere" elogio dei contrasti e rifiuti dei luoghi comuni con la chitarra a punteggiare, per ritmiche in levare: "Non è detto che sia la notte a portar consiglio, ho un biglietto dentro un biscotto, non ti presto l'ultimo sbaglio che è rimasto, lascio il vento, soffiami dentro". " Dimentica domani": "quel che serva è già intorno e ti pretende adesso" un incedere marziale, dal sapore epico nel suo dipanarsi: "qua scricchiola tutto intorno a noi ogni incertezza tu o mii va via non sembra più un pericolo" che "si spezza" e sembra rilasciarsi alla dolcezza in "Non detto": "però prendi la mia vita e la raccogli per vedere pezzo a pezzo cosa c'è" morbida e sinuosa. "Chiedimi se": sorniona e complice, adorabile, decisamente "Naif": "che soluzioni aspetto se io cerco me stessa e tu pensi a un rubinetto, chiedimi se... o lascia com'è".
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