Graditissimo
ritorno questo "Dremong" di Max Manfredi, colto,
visionario, lucido, come sempre... Del resto: "Futuro non ti
lascio, tu non lasciarmi mai" (da Castagne Matte), il nostro è
ben ancorato ai tempi di oggi, come dimostra la stampa del disco
stesso, grazie a MusicRaiser, ma più di tutto "moderne"
sono le canzoni di questo album, che portano con se la nobiltà
dell'arte cantautorale, che riesce a cogliere con poesia la realtà
odierna e che musicalmente è si classica ma niente affatto datata.
Ascoltare per credere "Rabat girl": "Non sei mai
nuda come ti vorrei"... cinematografica, dall'incedere sensuale,
con ottime soluzioni in fase d'arrangiamento, per una storia di un
omicidio di una ballerina: "Sembra un souvenir delle isole
fenici tanta bella neve dentro le narici" vero e proprio apice
dell'album, oppure la titletrack "Dremong": "Le anime
degli uomini non hanno soccorso" evocativa e anche essa varia
nell'arrangiamento, dal retrogusto progressive, che narra dell'orso
tibetano, così simile agli umani, col piglio da cantastorie "Io
nasco col collare e so che non mi sbaglio c'è sempre la luna
dall'altro lato del guinzaglio" o ancora "Il negro":
cantilenante, fiabesca, ottimi testo e melodia: "Tanto l'hai
capito che il convento questo passa che i migliori son rimasti dei
diciassettenni", tanto per citare gli episodi che ci sembrano
più riusciti, ma sono brani davvero che non hanno pecche, da gli
archi di "Disgelo": "Amore mio che mondo di
imbecilli tutti che tirano a farti soggezione" al mood fiabesco
di"Diadema": "Come razzi di carta stagnola da dar
fuoco sui banchi di scuola" a "Notte": poetica,
sospesa tra delicati arpeggi di chitarra, elegia dell'insonnia:
"Notte, tu dormi e le cose sono sveglie come dentro a un ostello
di vacanze e parlano esperanto dentro al dormitorio della tua stanza"
passando per "Finisterre": "La caravella delle
nazionali non si piega a scoprire nuove terre", popolare e
antica, che porta sapori nostalgici alla mente.
"Piogge":
tra mesi e sentimenti, uno sguardo poetico "Sotto la pioggia",
altamente suggestiva: "Ma viene la pioggia di agosto sulle auto
cosparse di sporco, moglie mia io no mi conosco e mi tradisco solo
per amore". "Inutile": un immigrato italiano che si
destreggia alla meno peggio, per un brano delicato e suggestivo al
tempo stesso "Non sono di qui, ma come spiegartelo non so, bocca
senza parole spiegare non può, solo fumare e ridere". "Sangue
di drago": omaggio al rebetiko, tra amore, morte e sogno, breve,
ironica e popolare, coi cori in evidenza: "Sangue di drago è
come un talismano, danza di un ubriaco, lo porterò con me".
"Sestiere del molo": atmosfere rock a ritornare sulla
Genova di 30 anni fa: "Pensionati leggono i giornali per
vedere chi li sopravvive". "Anni 70": trasognante, a
narrare il passaggio dai '70 agli '80: "E adesso che i
boyscout invasano le strade dove la gente corre e l'orso si è
stremato qualcuno gira un film con le iridi in fiamme dal fumo che
dirada appare sulla strada un sorriso cauto" per chiudere in
maniera ottimale con la già citata "Castagne matte": canto
sulla resistenza, per pianoforte, voce e pochi orpelli, intensa:
"Eravamo in tanti a resistere lassù, resistere è normale
quando non resisti più".
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