Poesia, Ritmo, Velocità e... Attenzione, Concentrazione, perché torna Paolo Conte, con "Snob", 15 canzoni che aprono porte e scandagliano situazioni immaginifiche, sempre col pianoforte pulsante, col Sudamerica nel cuore e quella voce "un pò così" che è la solita meraviglia, Intenso, profondo eppur quasi sopra pensiero, l'Avvocato della canzone d'autore italiana, è incisivo come non mai nel saper frullare come pochi, elementi della chanson francaise, le ritmiche più disparate che uniscono i continenti, un sentire, che è italiano, nostro, popolare... Un album ricco di calore e dei più svariati colori, frutto anche degli ottimi arrangiamenti, che incuriosisce ascolto dopo ascolto, un album di Paolo Conte, preciso come la metafora più confacente detta al momento... per puro caso... un piacere incontaminato, come l'Africa di Kunta Kinte, che apre l'album: "Si sposa l'Africa": "Kunta Kinte maniò manià" quasi uno sberleffo, ritmicamente irresistibile, procede "ostinata" ma non manca di apprezzabili variazioni; "Donna dal profumo di caffè": ha un pianoforte marziale e maledettamente incisivo e la voce del nostro che si diverte ai fiati: "beve un caffè come viene è un caffè che mi appartiene e tu si a chi appartieni a tu?"."Argentina": ha un gusto popolare, quasi circense, con una chitarra manouche, che tiene il colpo sulle svisate del pianoforte: "e i bastimenti gridano partiamo, davanti a un mare enorme americano che sciacqua un sogno vecchio ormai". La titletrack "Snob": tra erre, intensità e poesia.. è di una bellezza assurda "noi di provincia siamo così le cose che mangiamo son sostanziose come le cose che tra noi diciamo". "Tropical": parole tronche e voglia di ballar, coi fiati in evidenza " usa l'estate un sorriso abitual e gira intono a un pensiero autunnal". "Fandango": "Copriti bene su luci di ghiacci starai come una statua di luna "se mi scorderai" intensità e poesia, poi è una marcetta che non parte, a custodire l'atmosfera. "Incontro": "Ho creduto che tu fossi un gatto d'estate che vaga insegue un romanzo suo" incalzante eppur dal mood nostalgico, "Tutti a casa": sbarazzina, al pianoforte svolazzante, come a dire, con quell'aria un pò cosi: "tu che ti scaldi le gambe davanti a un falò, bimba non sai tu di me il freddo che ho, nel mio cuore non sai"; "L'uomo specchio": dove a risaltare è la modernità delle soluzioni musicali apportate, coi fiati in evidenza nell'intro e di certo varie col basso che si prende subito la scena e non solo in fase d'arrangiamento: " chi ti prende alle spalle il tuo profumo annusa, crede di vere di aver tra le braccia solo forse una donna confusa";"Maracas": "aveva il dixieland quel non so che di dolce amaro l'America" latina, persino ballabile; "Gente": "che stava innamorandosi di noi"... mood sognante, atmosfera sospesa;"Glamour": sensuale e notturna "Diva dell'amour"; "Manuale di conversazione": parliamo di tutto in italiano, in africano se vuoi, dimmi che non lo vuoi" avvolgente, sinuosa; "Signorina saponetta": elegia della mazurca e giochi di parole, "come valzeggia e come volteggia e poi mazurccheggia e poi come una scheggia": "Ballerina": "infuriati che infuriata sembri un desiderio di ragazza" col piano portante e finale popolare,
Poesia, Ritmo, Velocità e... Attenzione, Concentrazione, perché torna Paolo Conte, con "Snob", 15 canzoni che aprono porte e scandagliano situazioni immaginifiche, sempre col pianoforte pulsante, col Sudamerica nel cuore e quella voce "un pò così" che è la solita meraviglia, Intenso, profondo eppur quasi sopra pensiero, l'Avvocato della canzone d'autore italiana, è incisivo come non mai nel saper frullare come pochi, elementi della chanson francaise, le ritmiche più disparate che uniscono i continenti, un sentire, che è italiano, nostro, popolare... Un album ricco di calore e dei più svariati colori, frutto anche degli ottimi arrangiamenti, che incuriosisce ascolto dopo ascolto, un album di Paolo Conte, preciso come la metafora più confacente detta al momento... per puro caso... un piacere incontaminato, come l'Africa di Kunta Kinte, che apre l'album: "Si sposa l'Africa": "Kunta Kinte maniò manià" quasi uno sberleffo, ritmicamente irresistibile, procede "ostinata" ma non manca di apprezzabili variazioni; "Donna dal profumo di caffè": ha un pianoforte marziale e maledettamente incisivo e la voce del nostro che si diverte ai fiati: "beve un caffè come viene è un caffè che mi appartiene e tu si a chi appartieni a tu?"."Argentina": ha un gusto popolare, quasi circense, con una chitarra manouche, che tiene il colpo sulle svisate del pianoforte: "e i bastimenti gridano partiamo, davanti a un mare enorme americano che sciacqua un sogno vecchio ormai". La titletrack "Snob": tra erre, intensità e poesia.. è di una bellezza assurda "noi di provincia siamo così le cose che mangiamo son sostanziose come le cose che tra noi diciamo". "Tropical": parole tronche e voglia di ballar, coi fiati in evidenza " usa l'estate un sorriso abitual e gira intono a un pensiero autunnal". "Fandango": "Copriti bene su luci di ghiacci starai come una statua di luna "se mi scorderai" intensità e poesia, poi è una marcetta che non parte, a custodire l'atmosfera. "Incontro": "Ho creduto che tu fossi un gatto d'estate che vaga insegue un romanzo suo" incalzante eppur dal mood nostalgico, "Tutti a casa": sbarazzina, al pianoforte svolazzante, come a dire, con quell'aria un pò cosi: "tu che ti scaldi le gambe davanti a un falò, bimba non sai tu di me il freddo che ho, nel mio cuore non sai"; "L'uomo specchio": dove a risaltare è la modernità delle soluzioni musicali apportate, coi fiati in evidenza nell'intro e di certo varie col basso che si prende subito la scena e non solo in fase d'arrangiamento: " chi ti prende alle spalle il tuo profumo annusa, crede di vere di aver tra le braccia solo forse una donna confusa";"Maracas": "aveva il dixieland quel non so che di dolce amaro l'America" latina, persino ballabile; "Gente": "che stava innamorandosi di noi"... mood sognante, atmosfera sospesa;"Glamour": sensuale e notturna "Diva dell'amour"; "Manuale di conversazione": parliamo di tutto in italiano, in africano se vuoi, dimmi che non lo vuoi" avvolgente, sinuosa; "Signorina saponetta": elegia della mazurca e giochi di parole, "come valzeggia e come volteggia e poi mazurccheggia e poi come una scheggia": "Ballerina": "infuriati che infuriata sembri un desiderio di ragazza" col piano portante e finale popolare,
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