Con
lo spottone della nuova fiction Rai che vedrà Claudio Santamaria nei
panni del maestro Alberto Manzi si è aperta la seconda serata del
Festival di Sanremo, “onestà e intelligenza” le parole
protagoniste della lettera di Manzi ai suoi alunni declamata da
Santamaria, si perdono nell’opportunismo di una operazione del
genere, della serie, ci sta la promozione ma addirittura in apertura,
a pretesto di parlare della “bellezza” ci è sembrato francamente
troppo. Poco male però, perché sarà l’unica nota stonata di
un’ottima serata, che prosegue con le gemelle Kessler che ballano
con la Littizzetto: “Loro sono intercambiabili come le pile… io
sono la terza, sono stata fatta con gli scarti” e annunciano il
passaggio di “Vivendo adesso” di Francesco Renga, primo cantante
ad esibirsi, a discapito di “A un isolato da qui”, la gara
interna tra Elisa e Casalino è decisamente impari, con “Vivendo
adesso” che si candida alla vittoria finale, piace nel complesso il
nuovo percorso intrapreso da Renga, che punta all’essenziale, i
brani sono entrambi abbastanza scarni ma ricchi di colori e
variazioni di atmosfera. Giuliano Palma di contro prosegue nel
recupero di sonorità anni ’60, con due brani ballabili e molto
radiofonici, “Un bacio crudele”, un beat trascinante con
interessanti inserti strumentali era a nostro avviso da preferire al
brano che Alvin Ziegler pronuncia “Così lontano”, che è tutto
un ritornello, coi fiati in evidenza e che Giuliano (“In quanto
palma hai paura del punteruolo rosso?”) porterà nella fase finale
della gara.
“Bello
è andare in pizzeria e scoprire che al tavolo accanto c’è il
maestro Vessicchio” è una delle battute del dialogo a due voci
senza infamia e senza lode “sulla bellezza” che Fazio e la
Littizzetto propongono, prima dell’esibizione di Noemi, più fresca
e sbarazzina del solito, con due brani melodici e di sicuro appeal,
“Un uomo è un albero”, venata di soul e sostenuta dai fiati e
dai cori, cede il passo (è Cristiana Collu, la più giovane
direttrice di un museo italiano, ad annunciarlo) a “Bagnati dal
sole”, ancor più diretta. Con Renzo Rubino, la qualità si alza
notevolmente, “Ora” brano che passa il turno un po’ a sorpresa
a dire il vero, ( spetta a Kasia Smutniak stavolta il compito “Che
cosce che ha Kasia”) è un beat a due anime, una giocosa, una più
intimista, col piano suonato dal nostro, incalzante, “Per sempre e
poi basta” è invece una grande ballad, tra Umberto Bindi e Renato
Zero, ricca di pathos, solenne, con un testo molto intenso. L’immensa
Franca Valeri regala un grande momento di televisione, prima da sola,
poi in coppia con la Litizzietto, in un ideale passaggio di consegne,
si ride “Figurati se ho una storia con Mollica… Mollica va via
come il pane” e ci si commuove nel vedere Franca “lottare e
vivere sul palco con grande forza d’animo”. “Sing
in the rain” è il brano che Gian Antonio Stella (“Sei ancora
indignato con noi perché abbiamo invitato la Casta?”) annuncia, lo
stesso Ron è incredulo, ma va decisamente meglio così, un folk
country, delicato e complice, coi violini in evidenza, preferibile al
solito Ron di “Un abbraccio unico”, che manca di mordente nel
ritornello.
Da
“Questo piccolo grande amore” a “Con voi” Claudio Baglioni,
tra passato e futuro, ricordi ed emozioni, reclama maggiori
investimenti sulla musica con “l’amico Fazio”. Si torna alla
gara con Riccardo Sinigallia, “Prima di andare via” che sembra
una versione accelerata de “La descrizione di un attimo” è
suggestiva, ammaliante, con un gran testo… passa inevitabilmente (è
il turno di Veronica Angeloni “montata coi mobili dell’Ikea” a
proferir sentenza) rispetto all’ottima comunque “Una
rigenerazione”, battistiana per certi versi, coi fiati a colorare.
Francesco Sarcina, porta due brani fotocopia, dove non c’è traccia
delle aspirazioni funky del suo esordio solista, “Nel tuo sorriso”
la canzone vincitrice, ha un buon ritornello, è semplice e di facile
presa come lo era anche “In questa città” più debole nel testo,
l’ospite Clemente Russo, finisce nelle grinfie di Luciana che lo
usa per apostrofare Fabio Fazio: “Lui è un peso massimo, tu un
peso morto.. un peso e basta”. Dopo la splendida esibizione di
Rufus Wainwright che omaggia anche i Beatles, un quarto dopo
mezzanotte arrivano i quattro primi giovani in gara. “Babilonia”
di Diodato è una seria candidata alla vittoria finale, con un grande
arrangiamento che esalta le doti vocali del nostro, non male anche la
circolare “Le cose belle” del figlio d’arte Filippo Graziani, è
invece una delle canzoni più brutte in generale ascoltate sin adesso
“Saprai” venata di soul di Bianca, decisamente piatta, al
contrario di “Senza di te” di Zibba, un reggae leggero dal mood
nostalgico, che accede alla finale insieme a Diodato, giusto così…
mentre Fazio in vestaglia rimanda alla prossima serata.
Nell’attesa
e a mò di riepilogo, diamo i voti ai protagonisti, a cominciare
dalla coppia di presentatori, Fazio (7-) e Litizzietto (7,5) per
proseguire con gli ospiti: gemelle Kessler (7), Franca Valeri (10),
Claudio Baglioni (7+), Rufus Wainwright (8,5) e chiudere con i cantanti
in gara: Renga (7-), Palma (6,5), Noemi (6-), Rubino (7,5), Ron
(5,5), Sinigallia (7,5), Sarcina (5,5, Diodato (7), Filippo Graziani (6+), Bianca (4) Zibba (7-),
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