Dopo
i concerti di Catania e Caltagirone si chiude a Marsala il tour di
Antonella Ruggiero nei teatri siciliani. L'ex voce dei Matia Bazar ed
incredibile interprete della scena italiana ed internazionale, domani
si esibirà in concerto al Teatro Impero della Città garibaldina
insieme a due grandi musicisti siciliani: il chitarrista Francesco
Buzzurro e l'armonicista Giuseppe Milici, per una serata a favore
delle iniziative benefiche del Rotary Club. Antonella proporrà brani
tratti dal suo repertorio, passando attraverso la musica
latinoamericana, la canzone italiana fra le due guerre, il musical
americano, oltre a una sezione dedicata ai canti sacri del periodo
natalizio. Noi di “Marsala C'è” abbiamo intervistato l'artista
genovese, per l'occasione.
Sei stata in giro in tour in Italia e all'estero, spaziando dal jazz
alla lirica, dai suoni portoghesi al pop. Come ti hanno arricchito
queste esperienze diverse tra loro e come si sono congiunte nella tua
voce così eterea e così unica?
“Quando la musica è bella, ha dei contenuti e magari proviene
dal passato, dalla tradizione popolare, mi piace molto ma la
attualizzo, la faccio diventare mia, quindi la porto nei nostri
tempi, anche attraverso anche degli arrangiamenti particolari. Per
questo amo molto lavorare con musicisti di grande bravura, di grande
valore, che insieme a me si divertono a fare questi viaggi
all’interno dei più svariati stili e poi improvvisare, cosa che
quasi sempre è possibile.”
Torni in Sicilia con una serie di concerti nei teatri dell'isola... e approdi a Marsala nel giro di pochi mesi. Deve essere stata per te
un'esperienza positiva visto che il pubblico ti ha ben accolta.
“E' una città straordinaria. Tornarci è ogni volta un’emozione che si rinnova perché la sua storia, la sua cultura, il cibo e tanto altro, come gli amici e le persone così amichevoli, fanno sì che io mi trovi praticamente a casa.”
Cosa ti affascina del sud del mondo, considerato anche che con “Kirie”, brano africano, hai reinterpretato sonorità tipiche ed eteree come la tua voce, se pensiamo alla profondità dei suoni e degli strumenti africani...
“Nel sud del mondo vi è ancora un vissuto legato al passato, cosa che nel mondo occidentale e ipertecnologico non esiste più. Quindi trovi la musica e gli strumenti antichi, ma anche un modo di vivere profondamente diverso dal nostro, anche se poi ci sono le incongruenze legate a delle ingiustizie… vedi quelle che vi sono nei Paesi sotto dittatura, o dove non si può parlare. Lì dove il popolo non può parlare, ma anche mangiare o lavorare, soffre moltissimo. È un discorso particolare perché amo molto quei luoghi e al tempo stesso, come tutti, vedo la realtà. Quindi ci sono cose che, come tanti, vorrei fossero cambiate. Ma ci vuole tempo per questo. Vedo che le donne specialmente, ma il popolo tutto, si muovono affinché questo succeda”.
L'anno scorso ti sei
esibita sul palco di Sanremo accompagnando i “Marta sui Tubi”. Prima ancora però, hai duettato con Samuel dei Subsonica.
Ti rapporti bene con le nuove generazioni... cosa ti piace delle
“nuove leve”?
“In tanti casi, come quelli citati, sono artisti interessanti, ricchi di creatività, di voglia di sperimentare e di osare. Questo è fondamentale, sempre che si abbia il mezzo positivo per farlo. Sono degli artisti veri e questo si sente e si vede ogni volta che scrivono o cantano o fanno qualcosa. Poi evidentemente la Sicilia, come nel caso dei Marta sui Tubi, ha dentro qualcosa di particolare, forse il vulcano fa sì che da sempre vengano fuori artisti straordinari. Pensa che io canto ormai da anni una canzone legata al Natale, “O Sanctissima”, scritta da un autore siciliano nel Seicento. Quasi nessuno lo sa, ma è diventata il simbolo del Natale in Germania. Tutti i cori, tutti i grandi cantanti cantano questo brano, una canzone sconosciuta realizzata da colui che fu, forse, il primo migrante… chi lo sa! E questa è una cosa molto bella.”
Pensi che il nuovo modo di fare musica non sia più legato alle major ma sempre più legato alla scena indipendente?
“Io
sono di questa idea, da quando ho ripreso a lavorare e fare musica in
maniera indipendente, quindi dal 1996. Credo che essere indipendenti,
senza avere il fiato sul collo nè dictat da parte di altri, sia
utilissimo e fondamentale per poter lavorare con tranquillità e con
il tempo necessario, facendo esattamente quello che la propria natura
ci propone. Anche internet è fondamentale, dà la possibilità di
fare ascoltare il proprio lavoro in giro per il mondo.”
Il
prossimo anno ti ritroveremo a Sanremo ed è sempre un piacere.
Porterai due brani “Quando balliamo” e “Da lontano”. Con chi
sono state scritte le canzoni? E quali sonorità ascolteremo... siamo
sicuri che ci stupirai sempre con la tua voce e la tua personalità...
“Le due canzoni sono molto intense e particolari; sai, è sempre
difficile descriverle. Come un quadro, o lo vedi e qualcosa ti
arriva, oppure è difficile. I brani sono stati scritti da Roberto
Colombo, da me e da due giovani autori: Simone Lenzi, che è anche il
cantante dei Virginiana Miller, e Orlando Graziano, un giovane autore
romano.”
Commenti
Posta un commento