Partiamo da Le Narcisse, etichetta da te fondata e con artisti più che validi, Diodato, Luminal e lo strano caso dei Le Naphta Narcisse gruppo che arriva al primo disco dopo vent'anni... album che ci sono piaciuti molto, ce li descrivi e qual'è il motivo per cui li hai scelti e magari se puoi regalarci qualche curiosità in merito alle registrazioni o altro.
Le Narcisse risponde ad un'esigenza di realizzare senza aspettare. In questo caso senza aspettare strutture altrui di cui in effetti c'era poco bisogno. E l'esigenza nasceva dal fatto di voler pubblicare in totale libertà dei dischi che mi appartenevano in qualche modo. Nello specifico perché li ho prodotti. La scelta artistica è derivata fondamentalmente da una grande intesa umana prima, e musicale poi. Credo molto nelle persone...forse troppo.
Sono tre dischi estremamente diversi.
Quello di Diodato è durato più di un anno di lavoro, seguendo un percorso comune di sviluppo, scrittura e crescita artistica.
Con i Luminal invece abbiamo sfruttato una grande consapevolezza autorale sviluppata ben prima del disco. E dopo tanto ragionare abbiamo scelto un suono che fosse propedeutico alle canzoni e abbiamo messo tutto giù in presa diretta in poco più di due settimane. aggiustando un pò il tiro e lasciando riposare il tutto come un grande brodo di carne, prima della finalizzazione.
I Naphta sono un discorso a parte.
Una band che già negli anni 90 si muoveva nelle pagine di un alternative troppo diverso da ciò che è diventato oggi.
Caduta, stasi, rinascita nel 2006 e cambi di percorso ed organico. Tutto ciò ha portato ad avere un radicale cambiamento nella scrittura e nel suono. Da qui nasce Narcisi Geishe. Ed il nuovo percorso dei Naphta.
La grande costante di tutti questi dischi è il percorso.
Parlare, confrontarsi, scegliere, rimettere in gioco...il tutto mentre si ascolta tanta musica e si beve tanto vino.
Ci sono già nuovi progetti sulla rampa di lancio?
Di lancio no. Ma in cantiere si. Stiamo costruendo ancora i razzi.
Un paio di progetti musicali nuovi ed un format televisivo sulla musica live.
Produttore, direttore artistico, ingegnere del suono ora anche a capo di un'etichetta... sono/sembrano facce della stessa medaglia, ma come cantava qualcuno tanti anni fa, quali sono "le affinità e le divergenze" sempre se ci sono ovviamente...
E' vero che sono tutte facce della stessa medaglia, ma le differenze sono notevoli. O almeno i punti di vista.
Hai sempre a che fare con le persone, ma in un modo differente. Però lo stare dietro al mixer ti può portare ad essere un Vierchowod musicale. Un libero che osservando il dipanarsi degli eventi studia il momento in cui intervenire.
L'Angelo Mai, il collettivo, come nasce e cresce nel corso degli anni è cosa nota... concentriamoci piuttosto su "Amo Curo Copia": "Occupiamo ora".... a Angelo Mai Altrove Occupato, ovvero da ottobre ad oggi come sono andate realmente le cose, noi personalmente troviamo assurdo tutto quello che è successo...
Amo Curo Copia è stata l'unica alternativa reale a chiudere un centro di produzione culturale vessato dall'amministrazione capitolina a cui non ha mai chiesto nulla. I nuovi eventi speriamo ci porteranno ad aprire un tavolo di confronto con la nuova amministrazione sulle tematiche della regolamentazione e defiscalizzazione degli spazi sociali. L'infame delibera 26 del nostro becero Rutelli. Ma siamo ancora qui più combattivi che mai. Per ora... #Amo Curo Copia
Tornando a parlare di cose belle ci puoi anticipare qualche evento in particolare che state preparando per questa estate?
Questa estate purtroppo siamo costretti a chiudere anticipatamente per l'ennesima volta, grazie al sublime Roma Vintage, ultimo regalo di Aledanno nel Parco San Sebastiano, che con i suoi 100000 Watt di musica estremamente colta ci impedisce di fare alcunchè.
“La Repubblica di Valter” come “Collettivo Dal Pane”, in memoria di Valter Dal Pane, con tra gli altri Roy Paci, Zibba, Roberto Angelini, Pino Marino, Pier Cortese, Grazia Negro, ci parli un pò di questo disco e della figura di Valter
Valter Dal Pane era un grande personaggio. E il suo impegno nella proposizione culturale e salvaguardia delle radici territoriali rimarrà unica nel tempo. L'Oste...per Eccellenza. Da cui tutti noi nel tempo abbiamo trovato ospitalità, ispirazione e affinità.
Tutto ciò ci ha portato a testimoniare il suo lascito attraverso il piccolo gesto di un disco ed un collettivo che grazie a lui porta in giro le proprie canzoni. Sotto la grande benedizione de La Sghisa di Faenza.
Veniamo al "Go Dai Fest" con l'idea di affidare una serata ad un direttore artistico sempre diverso a celebrare l'interazione tra arti e linguaggi.
Questo è un tarlo che io e Rodrigo abbiamo sempre avuto. In Italia abbiamo una grande difficoltà a ragionare in termini di interdisciplinarietà, sin dai tempi della scuola. Hai presente quando studi eventi storici e produzioni letterarie e non riesci a collocarli temporalmente nello stesso periodo? Ecco il Go Dai è questo. Unire i flussi artistici contemporanei e che parlano la stessa lingua, nonostante le differenti grammatiche. Certe volte riesce meglio, altre volte meno. Ma la strada giusta è questa.
Ed il prossimo anno il Go Dai Fest si riproporrà per il secondo anno...chissà in quale veste.
Tra tutti gli artisti con cui hai lavorato nel corso degli anni, con chi hai più legato e con chi magari meno e se ci puoi raccontare qualche aneddoto?
Sono molti. Sicuramente con Roberto Angelini c'è stata la collaborazione più lunga e solida. A parte i dischi ed i tour, abbiamo anche uno studio che condividiamo da molti anni, Clivo Studio. Planet Funk, Afterhours, Raiz, Niccolò...ma una delle storielle più divertenti che abbiamo vissuto Io e Bob è avvenuta qualche anno fa proprio nel nostro piccolo studio punk.
Damien Marley doveva venire a registrare nel nostro studio dopo un concerto a Roma, quindi nella notte.
Preparammo tutto quello che era nelle nostre possibilità, ma quando si presentò con tutta la sua truppa Giamaicana al completo, circa 11 persone, tra amici, musici e donne fu un momento teso. Alla fine gli animi diffidenti si rilassarono e fu una bella nottata, ma la cosa più divertente resta il dialogo animato tra il nostro anziano vicino, parcheggiatore abusivo romano, che al momento dell'arrivo dei 4 taxi davanti allo studio cercò di intimidire il bodyguard Giamaicano di due metri, nonostante lui non capisse nulla e lo prendesse in giro perchè gli arrivava ai capezzoli. Scena memorabile...finita a birra e specials.
Te l'avranno già chiesto in tanti, ma non possiamo esimerci di domandartelo... significato e origine de "IlMafio"?
ilmafio, tutto attaccato e minuscolo, deriva dal mio reale soprannome, datomi da Caster e Gas dei Naphta negli anni 90, ai tempi de Il Locale.
Mafalda.
Il tutto perchè avevo i capelli lunghi e raccolti con una fascia rossa come il più noto fumetto. Da lì a ilmafio è stato un susseguirsi di Mafa, Mafi, Mafio...etc
Infatti come chitarrista dei Naphta Narcisse sono ancora Mafalda. Per tutti gli altri ilmafio.
Vi lascio con una frase che per quanto riguarda i musicisti in tour è ormai leggenda...
Comunque quando c'è gente...s'asciuga.
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