Come nasce questo secondo album, che potremmo riassumere in "storie di provincia + melodie senza tempo", una ricetta perfetta almeno a nostro modo di vedere.
Queste storie sono nate nella provincia ma sono una pura fotografia della nostra generazione.
Donatella è la “classica” ragazza che per le troppe paranoie entra in un turbine di confusione e che come unica via d’uscita ha gli psicofarmaci.
Antonello è il trentenne che viziato dalla madre si ritrova nel mondo come un pesce fuor d’acqua. Paoletta…noi musicisti le conosciamo bene le varie donnette che si lamentano di tutto e tutti, persino gli Ac/Dc scrissero rock’n roll ain’t noise pollution perché una vecchietta gli rompeva di abbassare la musica. Pieralberto Tatiana e Riccardo dei boschi di Fiano sono tutte figure che si ritrovano benissimo nella nostra generazione provinciale o no. Il mondo è paese, cambia solo il modo di porsi o di vestirsi. Noi non siamo figli è la nostra visione della generazione d’oggi, confusa e figlia di nessuno.
C'è
tanta varietà di stili e arrangiamenti mai banali: solitamente come
avviene la composizione? Avete un metodo standard o...
Noi
partiamo dal testo e in base a quello buttiamo giù la musica. Amiamo
la fusione dei generi, prendiamo dei riferimenti per ritornelli o
strofe da qualsiasi cosa che riesca a dar l’idea, una canzone, un
motivetto, un film, “facciamola più alla Tarantino” o “vi
ricordate quella sigla del telefilm?”. Cerchiamo assieme al nostro
produttore Nicola Baronti ed al nostro autore Riccardo Stefani di
dare un colore più appropriato ad ogni pezzo.
Contano poi le influenze personali che ognuno di noi apporta agli Zocaffe, il funk, il pulp, il folk, la samba etc… sono come ingredienti che formano un'unica ricetta.
Contano poi le influenze personali che ognuno di noi apporta agli Zocaffe, il funk, il pulp, il folk, la samba etc… sono come ingredienti che formano un'unica ricetta.
Una
curiosità sul vostro nome: in sostanza avete tolto una o allo zoo e
un accento al caffè o non c'entra niente?
Zocaffe
è un locale che ci eravamo immaginati, all’interno del quale si
miscelavano, come spiegato prima, tutte delle situazioni diverse fra
loro.
Avete presente “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni? Ecco questo è Zocaffe un locale dove si suonano e si raccontano storie di posti e personaggi assurdi, un locale dove non si bada al genere suonato e si fonde tutto quanto.
Avete presente “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni? Ecco questo è Zocaffe un locale dove si suonano e si raccontano storie di posti e personaggi assurdi, un locale dove non si bada al genere suonato e si fonde tutto quanto.
"Gianni"
è favolosa: spassosissima, come mai avete scelto di prendere di mira
proprio lui in particolare? Forse perché, per il discorso che
facevamo nella prima domanda, è il bersaglio perfetto, essendoci sin
dagli anni '60 ed essendo un'icona del nazional popolare.
Morandi
rappresenta tutto quel perbenismo che sta dominando da anni l’Italia,
tutti quei sorrisi e quelle frasi scontate che fanno innamorare
ancora le donne in su di età. Lui rappresenta in pieno questa
falsità tipica degli “italiani brava gente”, non solo lui
chiaro, a capo di questa stipite c’è mister sorriso ovviamente
(lascio a voi l’interpretazione).
E'
singolare che i titoli dei brani siano quasi tutti nomi di persona,
come mai questa scelta?
Questo
album è come un libro, ogni capitolo ha il suo personaggio.
Li abbiamo rappresentati descritti e suonati per dargli vita, per ricreare quello che ci sta attorno.
Li abbiamo rappresentati descritti e suonati per dargli vita, per ricreare quello che ci sta attorno.
Come
ne pensate della musica oggi in Italia? Da quella indipendente ai
talent.
Ci
stiamo svegliando nel nostro paese, c’è tanta qualità in progetti
come quelli di Brunori S.a.s., Dente, il Pan del diavolo…certo come
nella politica anche nella musica l’Italia è spaccata in varie
fazioni. Fra i talent, la nuova musica italiana e i cosidetti “indie”
amanti delle sonorità e della lingua inglese siamo abbastanza
separati, ma è bello vedere che le band che funzionano di più siano
quelle italiane nel vero senso della parola. Una band come gli Zen
Circus viaggia su una media di oltre 100 concerti annui, questo è un
dato che i concerti nel nostro paese funzionano ancor più che di
altri.
Certo ci vuole lavoro e tempo per crearsi un proprio pubblico, ma noi continuiamo a testa alta a cantare le nostre canzoni.
Certo ci vuole lavoro e tempo per crearsi un proprio pubblico, ma noi continuiamo a testa alta a cantare le nostre canzoni.
Avete
date live da segnalare? Avete già in chiaro come sarà il prossimo
lavoro?
Il
primo maggio apriamo il concerto a Bobo Rondelli a Camaiore (LU), il
7 maggio invece siamo al Contestaccio a Roma, le date comunque sono
segnalate su www.zocaffe.com
e facebook.
Per il prossimo lavoro entreremo in “cantiere” dopo questa estate, ci sono già cose nuove a cui lavorare, ma ora pensiamo solo a promuovere e suonare questo album
Per il prossimo lavoro entreremo in “cantiere” dopo questa estate, ci sono già cose nuove a cui lavorare, ma ora pensiamo solo a promuovere e suonare questo album
Commenti
Posta un commento