Raccontateci un pò della vostra storia fino ovviamente a "1991" e di come sono nate le canzoni
I Bad Black Sheep nascono in un giorno d’estate del 2006 quando Fil (chitarre e voce) e Teo (basso e cori), amici fin dall’asilo, si incontrano nel garage di Ema (batteria e cori) per la prima prova. Fin da subito abbiamo trovato il feeling giusto, condividendo gusti musicali e scelte artistiche. All’epoca eravamo appena adolescenti ma cominciammo subito a comporre canzoni nostre, tutte caratterizzate da un sound molto punk, stile Green Day. L’anno seguente ottenemmo il nostro primo successo conquistando il primo posto al concorso “Vicenz@ Net Music”. Il nostro primo demo composto da 6 brani inediti, registrato nell’estate di quell’anno, ci permise di presentarci ad altre competizioni a livello nazionale come Emergenza Festival e Rock Targato Italia. Negli anni seguenti abbiamo sperimentato e affinato il nostro genere. Nel 2010 entrammo in contatto con Sandro Franchin, nostro attuale produttore e manager, con il quale registrammo una prima bozza di quello che sarebbe diventato poi “1991”. Lo scorso Agosto, dopo aver pubblicato l’omonimo singolo, siamo entrati allo “X-Land Studio” di Zugliano (VI) per registrare le 12 tracce che, composte nell’arco degli ultimi tre anni circa, compongono l’album che, simbolicamente, abbiamo voluto intitolare “1991”. Siamo nati tutti e tre in quell’anno, al tempo della prima guerra in Iraq e il brano è stato scritto proprio quando l’ultima guerra in Iraq stava giungendo al temine. Per questo la canzone inizia con: “La prima volta il pianto me l’ha coperto il rombo, il lampo delle bombe”. 1991, insomma, rappresenta la nostra storia. L’album è uscito l’8 marzo, distribuito da Valery Records lanciato dal nuovo singolo, Radio Varsavia.
Più in generale come avviene di solito la fase compositiva?
Solitamente avviene che Fil arriva in sala prove con un testo nuovo e poi, insieme, lo mettiamo in musica tentando di arrangiarlo in maniera tale da non tradire il senso delle parole, il loro ritmo e il significato globale del testo.
I testi sono molto impegnati e serpeggia anche un certo pessimismo (Non ho paura di te ma di quello che ci hanno già tolto... o ancora non abbiamo più bisogno di colori e di segni...)
Il nostro è un rock declinato su testi che descrivono le difficoltà, la solitudine e la mancanza di fiducia nel futuro. Se all’orrore della guerra, mascherata da strumento di pacificazione democratica, abbiamo dedicato “1991” e “Didone”, il tema dell’immobilismo, dell’ipocrisia comoda, capace di sconfinare nelle collusioni mafiose, e di tarpare sogni e aspirazioni, si ritrova invece in quasi tutti i brani dell’album. Il secondo singolo, Radio Varsavia, segna un’importante discontinuità musicale rispetto alla ruvidezza che contraddistingue tanti altri brani. Abbiamo voluto creare un’atmosfera più riflessiva, funzionale a raccontare la storia di città che cambiano, di negozi che chiudono e che segnano anche la fine di rassicuranti modi di essere e di comunicare.
Al centro di tutto c’è la musica e un piccolo negozio di provincia a cui noi eravamo molto affezionati, Radio Varsavia appunto, dove di musica si poteva anche parlare e discutere. In fondo, resta il dubbio che l’avvento di nuovi sistemi distributivi e della nuova tecnologia abbia reso tutto molto più rapido e più efficiente, ma possa anche confinare il piacere della musica, e altro, in un ambito sempre più claustrofobicamente privato. Anche l’unica cover presente nell’album, Cuccuruccuccù di Battiato è un richiamo nostalgico alla giovinezza, ricca di stimoli forti, ma anche di grandi prospettive, della generazione dei nostri genitori.
Ci sono piaciuti molto gli arrangiamenti, la voglia di variare anche all'interno dello stesso brano...
Ci piace molto inserire cambi di ritmo, i cosiddetti “stop and go” che danno molta carica alle canzoni. “Mr Davis”, ad esempio, inizia con un ritmo molto teso e movimentato in cui si incastra poi un ritornello molto lineare e melodico. Anche “Altra velocità”, con il suo ritornello dimezzato, alterna al suo interno tempi molto diversi. “Igreja de Santa Maria”, invece, è la pecora nera del disco perché gli arrangiamenti sono molto essenziali e scheletrici, addirittura con una piccola vena elettronica, ma con un finale con il carattere puramente rock.
Un sound sostanzialmente anni 90 sporco e melodico... era quello che volevate ottenere o è solo una nostra sensazione?
Questa è proprio la nostra caratteristica: un rock con i testi in italiano, segnato dalle influenze della musica americana degli anni ’90. I nostri gruppi di riferimento si rifanno proprio all’ambiente grunge e rock di quegli anni; non a caso il nostro gruppo di riferimento sono i Foo Fighters; suoni graffianti e sound tipicamente americano dall’anima molto melodica che richiama invece il cantautorato italiano.
Come vedete la situazione musicale italiana attuale, dal mondo indie a quello dei talent e se c'è qualche band che vi piace in particolare
Purtroppo non viviamo più negli anni d’oro della musica. Il panorama attuale è dominato dagli artisti confezionati dai talent show a discapito di tanti gruppi indipendenti che vorrebbero/dovrebbe emergere. Inoltre, grazie all’avvento del digitale, le vendite dei dischi si sono ridotte notevolmente facendo sì che le etichette, anche quelle più importanti, si limitino a produrre solamente i ragazzi provenienti dal mondo della televisione. A questo si aggiunge il fatto che gli spazi per farsi ascoltare e conoscere sono sempre meno. Per fortuna però ci sono ancora esempi illuminanti: uno su tutti, i Ministri, con i quali abbiamo avuto l’onore di suonare al Rivolta di Marghera (VE) un paio di anni fa.
Progetti per il futuro? Date live da segnalare ai nostri lettori?
Per ora ci concentriamo sul tour di 1991. Cerchiamo di suonare il più possibile, di trovare il maggior numero di date perché pensiamo che sia il modo migliore e anche più divertente per farsi conoscere. Abbiamo molte date prossimamente: Perugia, Torino, Piacenza, Treviso… Per tutte le informazioni su di noi, sul nuovo album, i video e le date del nostro tour vi dirigiamo alla nostra pagina Facebook o al nostro sito: www.badblacksheep.it.
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