Benvenuto Presidente di Riccardo Milani




Fra omaggi alla commedia italiana anni '60, dall'introduzione a mò di favola al Vittorio De Sica di Pane Amore e fantasia, (nelle sembianze di Patrizio Rispo) Milani in questo "Benvenuto Presidente", scritto da Fabio Bonifacci parte da un surreale e ottimo spunto che però sviluppa a fatica, specie nella parte centrale, strappa ovviamente più di una risata con Bisio mattatore  e qualche gag arcinota (non si contano le pellicole ad esempio dove la marjuana finisce nel cibo per gli ignari invitati) e seppur tra le tante buone intenzioni, da apprezzare sicuramente l'intento morale, semplice e diretto, il film non va al di là di un didascalico divertsemant che si può sicuramente vedere ma che alla fin fine delude, anche perchè anche i ritratti dei personaggi di contorno sono ridotti a macchietta, stereotipo e non hanno spessore, a cominciare da Beppe Fiorello e al gruppo dei politici, si salvano i personaggi interpretati da Gianni Cavina e da Kasia Smutniak che hanno "storie" più interessanti, ma non basta (non stiamo parlando di recitazione), avendo poi Milani nel suo curriculum una filmografia di tutto rispetto (da Auguri professore a Piano solo anzi a ben vedere, il nostro non ha mai sbagliato un film), forse i suoi ultimi trascorsi e "successi" per il piccolo schermo (da Tutti pazzi per amore a Atelier Fontana fino al recentissimo Volare) gli hanno fatto spostare il tiro verso questa commedia per famiglie con tanto di lezioncina morale finale (affidata naturalmente a Bisio che ripete il monologo sanremese, ne più, ne meno), decisamente il risultato è sin troppo di stampo televisivo, Viva l'Italia di Massimiliano Bruno, uscito qualche mese fa, partendo anche esso da un paradosso, da una situazione limite riusciva ad andare oltre, cosa che a questo "Benvenuto Presidente" non riesce minimamente.

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