L'equazione pop:eroina a partire dal titolo e i chiari riferimenti nelle canzoni, questo album è un cazzotto all'industria discografica in primis, ma anche a tutto quello che ci gira intorno, ci racconti come nasce e cosa soprattutto lo ha mosso, vista l'urgenza compositiva ed espressiva che lo pregna interamente?
"Dio c'è" è nato alla stessa maniera di tutti i dischi dei Numero6 e del mio esordio solista a nome Mezzala di un anno fa. Ho scritto una ventina di canzoni, ho fatto ascoltare ai miei soci i provini, ci è sembrato che il materiale di partenza fosse valido e, soprattutto, stimolante al punto da convincerci a intraprendere un nuovo "viaggio" insieme. Parlo di viaggio perché tutte le volte che facciamo un album viviamo un'esperienza comune piuttosto totalizzante, molto impegnativa, a tratti stressantissima. Adesso pretendiamo molto da noi stessi, cosa che non accadeva anni fa. Già con "I love you fortissimo" la cura per gli arrangiamenti aveva fatto registrare uno step importante. Qui ci siamo voluti spingere ancora oltre, nel tentativo di cercare per ogni singola canzone tutte le strade possibili per farla rendere al meglio. Volevamo curare il più possibile la produzione senza sacrificare la spontaneità delle canzoni, la loro freschezza. A giudicare da quello che dici tu sembrerebbe che ci siamo riusciti.
E' un disco pop ma ha quasi uno spirito punk come botta... è un disco di pancia potremmo dire, che accorgimenti avete usato in fase di registrazione o al mixaggio per ottenere questo risultato?
"Disco di pancia" mi piace molto da un lato, un po' meno se mi guardo allo specchio…Devo assolutamente perdere qualche chilo…
La nostra intenzione era di fare un disco con tanta tanta chitarra e, possibilmente, registrata alla grande. Proprio come nei dischi americani che piacciono a noi. Abbiamo lavorato parecchio sugli intrecci di chitarra. In vari punti dell'album ce ne sono tre che suonano tre parti diverse ma sembra di ascoltarne una sola. Ci siamo sbattuti parecchio su questo tipo di arrangiamenti, così come nella scrittura delle parti di archi e fiati. Ci affascinava l'idea di realizzare un lavoro abbastanza stratificato e policromatico che avesse però un mood unico. A mio avviso ci siamo riusciti perché ravviso la medesima "tensione" sia nei brani più veloci ed energici (ad esempio "persone che potresti conoscere") sia in quelli più lenti e introspettivi (ad esempio "Un mare").
Aver registrato in diretta tutti insieme gran parte del materiale credo abbia influito dal punto di vista energetico, ma trovo sia davvero importante collaborare con la gente giusta. Nel nostro caso sono stati fondamentali Ivan Rossi, che ha registrato, missato e co-prodotto e Mattia Cominotto, che ha registrato e dato preziosissimi consigli.
Dio c'è e Domatore di coglioni, Rockit, gli 883, ci spiegate un pò la faccenda, noi abbiamo parlato nella recensione di paraculata geniale da parte vostra...
Guarda io credo di essere una persona tutto sommato abbastanza paziente, soprattutto da quando son diventato padre. Però sti continui rimandi agli 883 mi stanno davvero scorticando i coglioni. Non ce l'ho con te, ci mancherebbe. E' che negli ultimi tre giorni ho risposto ad almeno 6 domande di questo genere. Trovo la cosa surreale, ridicola. La nostra musica con gli 883 non c'entra una beata fava, mi pare lampante. Se poi si vuol fare sensazionalismo di bassa lega posso anche stare al gioco, ma non credo sia una cosa seria.
Detto questo è chiaro che se qualcuno trova della nostra roba dei rimandi a quell'esperienza io non posso farci più di tanto. In particolare ritengo che il buon Max Pezzali non sarebbe mai in grado di scrivere un brano come "domatore di coglioni", come io non riuscirei a scrivere una delle sue hit. Stiamo semplicemente parlando di due approcci e percorsi parecchio diversi tra loro.
Abbiamo partecipato alla compilation di Rockit molto volentieri, senza stupidi snobismi, per giocare con una canzone ("hanno ucciso l'uomo ragno") che, volenti o nolenti fa parte della nostra storia. Abbiamo realizzato una versione che mi piace un sacco e che è piaciuta un sacco.
Ti posso dire che in quasi 10 anni di Numero6 l'unica paraculata pianificata è stata la realizzazione della cover di "Un estate al mare" su "Iononsono", il nostro primo album. Paraculata del tutto mal riuscita, per altro.
Chiediamo venia... In Storia Precaria nel mirino ci finiscono i rapper, come mai questa scelta... intendiamo questa "fuga" dal mondo pop come riferimenti
In quella canzone racconto la storia di un ragazzino ammaliato da questi nuovi rapper italiani che, con le dovute eccezioni (Dargen D'amico, per esempio) reputo piuttosto patetici e promotori di avvilente vuotezza. Il rap italiano che piace a me è quello degli Assalti frontali, dei Sanguemisto, per fare due nomi. Attualmente mi pare ci siano in giro dei gran furbacchioni che han capito come spillare facilmente una montagna di soldi dalle tasche di adolescenti in linea di massima molto sprovveduti.
Il protagonista di "Storia precaria" vuole farcela ma poi tutto finisce molto male. Quanto alla fuga dal mondo pop ti dico che attualmente mi piace provare a scrivere testi che attingano dal quotidiano e cerco di non pormi troppi limiti in tal senso.
Non possiamo non chiederti della collaborazione con Colapesce
E io non posso non risponderti. Con Lorenzo Urciullo ci conosciamo e ci stimiamo da qualche anno ormai. Ritengo il suo progetto Colapesce come una delle cose migliori uscite in Italia negli ultimi anni. Mi piace come scrive, come arrangia e anche come canta. Io l'ho appunto coinvolto essenzialmente come cantante, perché apprezzo la sua timbrica morbida. Ascoltando il remix di "Un mare" ho pensato che un duetto con lui sarebbe stato interessante sia per quanto riguardava la linea melodica e l'approccio del cantato che parlando della tematica malinconica della canzone.
Gli ho fatto ascoltare il brano, gli è piaciuto moltissimo, ha registrato le sue parti e me le ha mandate. Siamo molto contenti di come si è concretizzata questa collaborazione che è del tutto in linea con l'atmosfera generale del disco.
I numero 6 sono enormemente sottovalutati e hanno raccolto molto meno di quello che hanno seminato, quanto c'è di vero in questa frase (che noi sottoscriviamo in pieno)?
Non saprei, davvero. Francamente sono piuttosto orgoglioso del percorso che abbiamo fatto fino ad oggi, un percorso coerente, onesto e senza falsa modestia di livello artistico mediamente alto se non addirittura molto alto se parliamo degli ultimi due dischi. Tendo a non chiedermi se sono sottovalutato o meno da pubblico e critica, sarebbe un quesito forse un po' pericoloso oltre che sterile.
La domanda che mi pongo spesso, invece è: " quel che faccio è valido o meno?". Fino a oggi la risposta che mi sono dato è sempre stata decisamente positiva per cui mi sento altamente in pace con me stesso, contento e soddisfatto di quel che creo. Lascio volentieri ad altri eventuali valutazioni su quel che poi avrei dovuto, dovrei o dovrò raccogliere.
Prossime date live da segnalare?
Il tour vero e proprio inizierà a gennaio. Questa volta abbiamo deciso di non partire subito ma di aspettare un po', per varie ragioni. ma abbiamo una gran voglia di portare in giro questo disco e di tornare sul palco, questo è sicuro.
Ci sarà però una data di anteprima a Milano, al Magnolia, l'11 novembre
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