"Posso dire che credo nell’uomo, sono estremamente ottimista sulla possibilità di un uomo nuovo che sappia cogliere della morte il valore di passaggio, cui è necessario arrivare preparati, e dell’amore il valore di risposta a ogni egoismo, il nostro in primis"... e ancora: "In queste mie canzoni non c’è rabbia, ma compassione”.
Così il maestro dixit, evidentemente dopo "Il vuoto" e lo sdegno cantato in Inneres Auge, Franco Battiato ha ripreso fiducia e speranza nell'uomo e nella sua natura, guardandolo con compassione in questo stato di passaggio inevitabile, "in cerca di un'esistenza".
Strutturalmente la forma pop in questo album può richiamare la già citata Inneres Auge, ovvero su una ritmica di base scarna ma spesso trascinante l'innesto degli altri strumenti non risulta mai invadente ma accresce di intensità il mood di ogni singolo brano, in maniera quasi impercettibile, sfiorando le vette della perfezione negli arrangiamenti, davvero di un'altra categoria, non ci sono in sostanza sovraccarichi di energia e colori come avveniva magari in Gommalacca (album capolavoro tra l'altro) ed altri episodi più recenti, la scelta stilistica è qui improntata al garbo, alla misura che ben si sposano coi temi trattati.
"Un irresistibile richiamo": "era magnifico quel tempo quando eravamo collegati perfettamente al luogo e alle persone che avevamo scelto prima di nascere"... ballad pop basata sul pianoforte con sapori anni 60 nella melodia del ritornello, ricca di orpelli strumentali che ne arricchiscono il corpus e ovviamente l'attrazione per il suono delle campane e Santa Teresa d'Avila.
"Testamento": "Cristo nei vangeli parla di reincarnazione"... ritmiche trascinanti coi synth in evidenza con tanto di citazione di Dante (Fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza) e cori in inglese, la melodia può ricordare Arcobaleno di Mogol e Celentano, sarà un caso, ma ricordiamo altresi che Mogol disse di aver scritto il brano dopo un sogno su Battisti che gli aveva dettato le parole, della serie non sarà così ma ci piace pensarlo... e se sia addirittura una citazione? Visto che il brano parla di vita dopo la morte?:
"e mi piaceva tutto della mia vita mortale anche l'odore che davano gli asparagi all'urina"
"Quand’ero giovane": "viva la gioventù che fortunatamente passa senza troppi problemi vivere è un dono che ci ha dato il cielo" intensa ballad persa fra i ricordi con gli archi sugli scudi e il solito arrangiamento di classe.
"Eri con me": "ero con te ma tu non eri con me" eterea e suadente, ipnotica nel ritornello, quasi uno scioglilingua, tuttavia qualcosa manca, forse il caratteristico piglio della voce messo un pò sottotono che gioca a fondersi con la musica che confonde, di certo l'effetto è voluto, questo avevamo scritto venti giorni fa recensendo lo stesso brano contenuto in Samsara di Alice... Battiato ne accentua la parte ritmica e il brano ne guadagna sicuramente:
"ciò che deve accadere accadrà perchè è già accaduto"
"Passacaglia": "viviamo in un mondo orribile siamo in cerca di un'esistenza"...libero adattamento della composizione classica “Passacaglia della vita” del sacerdote e compositore Stefano Landi e primo singolo estratto non a caso, è una sorta di cantilena ottimamente arrangiata, irresistibile nel suo dipanarsi ritmico, con tripudio di pianoforte e archi:
"vorrei tornare indietro per rivedere il passato per comprendere meglio quello che abbiamo perduto"
"La polvere del branco": "ci crediamo liberi ma siamo prigionieri di case prigioniere che ci abitano e ci rendono impotenti" un pò "Summer in a solitary beach", un pò "Vite parallele" coi synth a colorare il tutto, il mix funziona grazie a uno dei migliori testi dell'album:
"ti dico che nulla mi inquieta ma tu mi dai sui nervi ho voglia di seguire la mia sorte perchè la morte è solo un sogno"
"Caliti Junku": "... ca' passa la china caliti junku da sira a matina"... tema musicale di Gluck da “Orfeo e Euridice” che il nostro ben innesta in dinamiche pop, giocando sull'alternanza di parti ritmate (strofa) e lente (ritornello) con un'improvvisa sterzata sul finale, tra l'altro con cantato in inglese che non dispiace affatto.
"Aurora": suggestiva e cadenzata "cavalcata", dove a risaltare oltre all'ennesimo splendido arrangiamento, ricchissimo e misurato e un sound a tinte fosche e anche la prova vocale del nostro:
"dietro di te oh mare ho un paradiso da scoprire"
"Il serpente": "il denaro strisciava come il serpente nelle città d'occidente così si celebrava"... l'unica traccia in cui non è presente la batteria è per forza di cose quella più eterea, con un testo pieno di "compassione e speranza":
"ma da qualche parte un uomo nuovo sta nascendo"
"Apriti sesamo":di Rimski-Korsakov da “Sherazade”... ha un non so che di epico, di fiaba cinematografica la titletrack che chiude il disco, inserita "paradossalmente" come bonus track, mica tanto a dire il vero perchè è più una metafora, una domanda aperta, a racchiudere il senso dell'intero lavoro che un brano compiuto, cosa deciderà di fare Alì? Nascerà effettivamente l'uomo nuovo?
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