- “Come si fa a non essere romantici col baseball!!!
- Era una metafora
- Lo so”...
Ma è anche e soprattutto una storia vera, filmata come si conviene da Bennett Miller, da sottolineare soprattutto per quanto concerne appunto la regia, le scene in automobile, dove è alquanto appropriato l’uso della macchina a mano e i flash back narrativi, mai invasivi e ben conformi alla narrazione... e interpretata da un Brad Pitt in ottima forma e da un Jonah Hill, assolutamente straordinario... un pò in ombra rimane a dirla tutta Philip Seymour Hoffman.
Una metafora dicevamo che non smette di assurgere a vita reale, man mano che i fotogrammi scorrono, tesi e avvincenti come si addice al tema narrato, con una fotografia ampiamente funzionale alla messinscena, senza eccessi da “Ogni maledetta domenica”, mantenendo quasi volutamente o meno "quell’aria sorniona da nerd che faranno successo" che ben si sposa con la trama, dove non ci sono intoppi narrativi e che non rischia di annoiare minimamente, nonostante le due ore piene di visione.
Il tutto fila liscio anche perchè non ci sono intenti moralistici nella sceneggiatura di Steven Zaillian e Aaron Sorkin, che avrebbero finito con l’appesantire irrimediabilmente i contenuti già di per se, “pronti per la riflessione”...
E' semplicemente una storia, vera, ribadiamo, dove ognuno può scorgere quello che vuole, tra treni che passano e ritornano, dal valore del singolo a quello del gruppo, dal potere delle statistiche a quello dei soldi, dai fuori campo dell’anima ai tatticismi esasperati, dal crederci sempre e comunque e dal non arrendersi mai... ecco forse quest’ultima frase è quella più importante... come a dire:
- "Odio perdere più di quanto ami vincere"
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