"Kill me Twice" è l'ennesimo album da applausi dei "Black Eyed Dog", vero e proprio sinonimo di qualità, da acquisto ad occhi chiusi e orecchie spalancate. Fabio Parrinello e soci si rinnovano anche questa volta, guardando al passato con intelligenza, ragione e talento naturale che senza quest'ultimo elemento i primi due servono a poco, ma sono necessari a far si che si mantengano opportunamente le distanze col mood di quegli anni, che sono quelli del dark, per intenderci e dell'onda che ne è conseguita, quindi un periodo ascrivibile al decennio che va dai primi anni '80 ai primi 90, anche se non mancano diverse contaminazioni, il tutto ovviamente riletto con originalità, fascino, calore e profondità. Non è un esperimento Vintage, modaiolo o di recupero, "Kill me Twice" suona moderno, efficace, intenso, prodotto da Hugo Race dei Bad Seeds, tanto per intenderci, ed è e sembra quasi un paradosso viste le premesse, alla fine essere il disco addirittura più immediato dei nostri, quanto meno nel nuovo corso, meno stratificato a livello di suoni, con arrangiamenti apparentemente più semplici ma di gran classe e ricco di melodie che "ti prendono subito" ed emozionano e la voce di Fabio Parrinello poi fa il resto come sempre. Una sicurezza per il mondo musicale italiano che ha tutti i mezzi per esprimersi a livello internazionale,(come dimostrano le prossime date live "estere") sono forse gli unici insieme ai Toys Orchestra e pochissimi altri, a poter uscire fuori dai nostri confini con tutte le credenziali in regola... "d'arte si intende":
"Heartbreaker": sound caldo, avvolgente, costruita sull'attesa, sincopata, cresce per così dire di complicità romantica, è il singolo dell'album, uscito non a caso il giorno di San Valentino.
"M.J.R.": brano che sembra quasi uno sberleffo alle Hole di Courtney Love con tanto di ritornello sinuoso e sbarazzino
"Second hand mother": alla Depeche Mode, dalla ritmica ipnotica, suggestiva e melodica nel suo dipanarsi.
"Litter Doll": la voce di Fabio Parrinello lasciata spoglia nella parte iniziale, mette i brividi... prima che la traccia venga impreziosita dall'inserimento degli altri strumenti, in maniera non invasiva, atti a conferire sfumature incisive, senza perdere di vista "la profondità" della voce del nostro che viene esaltata in questa ballad "sospesa" una delle migliori tracce del lotto
"Starsailor Road": vengono in mente i Tears for Fears, brano suggestivo ed evocativo con ritornello di sicuro impatto
"Miss Facebook": dall'incedere minaccioso e suadente, a narrare il bisogno di nuovi followers
"Widow Man": è la traccia che più si avvicina agli ultimi lavori della band, un rock blues sporco e trascinante, incendiario, che vive di di assalti, momenti "mantra" di Doorsiana memoria e improvvise accelerate
"Sicily New Orleans": con la chitarra elettrica lacerante innestata su un mood cantilenante, notturno e sinistro, come a far luce nell'oscurità
"1000 Dark Days": il titolo già dice tutto, i colori vintage dati al sound anche, il "perfetto" arrangiamento, strofa, ponte e ritornello... nostalgica, nobile e moderna
"Blind Dive": al pianoforte e pochi orpelli, vale il discorso fatto per Litter Doll, che qui viene accentuato e sorge spontaneo pensare al Nick Cave più crepuscolare.
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